Magazine Società

Il 25 aprile. La festa nazionale che divide il popolo italiano. Io non lo festeggio!

Creato il 24 aprile 2012 da Iljester

Il 25 aprile. La festa nazionale che divide il popolo italiano. Io non lo festeggio!

Il problema del 25 aprile è che non è una vera festa di liberazione, perché non siamo mai stati liberati. La verità è che il 25 aprile è una grossa e banale festa dell’Unità, in cui trionfa semplicemente la retorica comunista; una retorica stucchevole, dura a morire nel nostro paese (maledetto comunismo!), nonostante abbia ricevuto il ben servito storico. Nonostante cioè la Storia con la S maiuscola (e non già quella mistificata che ci hanno insegnato a scuola) abbia dichiarato il suo fallimento politico, culturale e ideologico.

Se analizzassimo gli eventi senza condizionamenti di parte, ci renderemmo conto che liberare un popolo da un’oppressione non significa semplicemente spazzare via un totalitarismo qualsiasi. Significa qualcosa di più. Significa dare a quel popolo l’opportunità di imparare dai propri errori e di uscire dalla sconfitta a testa alta e con dignità, per riprendere il cammino di progresso. Certamente non significa dividerlo e lasciarlo diviso nella menzogna storica, nella debolezza politica, nel vuoto etico e nella mistificazione di un periodo tragico in cui il “buono” e il “cattivo” vengono offerti come due entità nettamente separate, come in un fumetto di supereroi, anziché come un tutt’uno, in un contesto nel quale chi lottava per l’una e per l’altra parte aveva ragioni e torti, condivisibili o meno che fossero.

Il vero è che alla fine della seconda guerra mondiale a molti piaceva l’idea indecente di un’Italia divisa e debole. Sia che questi “molti” fossero interni al nostro paese, sia che fossero esterni. Un’Italia divisa sarebbe sempre stata appassita, inoffensiva, pronta ad appiattirsi alle dinamiche dei più forti, asservita all’alleato di turno e incapace di un ruolo alla pari. Insomma, un’Italia serva se non del comunismo totalitario, sicuramente dell’americanismo peggiore.

Del resto, non è che ci voglia una grande scienza storica e un occhio di lince per intuirlo. Prendiamo il mito della Resistenza. Questo mito è stato abilmente alimentato e pompato soprattutto dalla cultura comunista dell’epoca (e mantenuta fino a oggi), con un ben definito e mai completamente nascosto (seppure oggi dissolto) fine: rendere l’Italia un paese del socialismo reale, gravitante nel dominio dell’Unione Sovietica. Il mito del partigiano che si sacrifica per la libertà di tutti, eroe senza macchia e senza paura, quasi sempre vestito di rosso, per evocare il colore della bandiera del comunismo, ne è l’esempio. Un esempio che è stato talmente inculcato nell’immaginario collettivo che ancora oggi le sue spesso poco eroiche imprese vengono negate o sminuite per non incrinarne il mito1. Poco importa poi se i partigiani rossi (non tutti però) si macchiarono delle più atroci nefandezze a danno dei loro fratelli italiani. Del resto, questi ultimi erano fascisti (o presunti tali). Meritavano la morte da cani.

E arriviamo dunque alla storia della Resistenza. Che però aveva anche un’altra funzione: tenere l’Italia sotto tutela politica ed evitare che riemergesse l’orgoglio nazionale, demonizzato come rigurgito fascista. E sulla questione non si può fare onestamente una netta distinzione tra comunisti e non comunisti (democristiani e/o socialisti). Entrambi hanno avuto delle chiare e inequivocabili responsabilità in merito, perché hanno permesso che le decisioni sul destino del popolo italico fossero assunte nelle stanze dei bottini della Casa Bianca o del Cremlino.

Link Sponsorizzati

E del resto, è sufficiente dare uno sguardo alla nostra Costituzione, considerata da Bersani «la più bella del mondo». Mai frase fu più stolta e persino mistificante. La Costituzione italiana ha molti aspetti apprezzabili, ma non è la più bella del mondo, perché non è frutto di una condivisione piena. Fu scritta da e per una parte del popolo italico (quello asserito “vincitore”) e per i suoi padroni. L’altra parte del popolo italiano, quella che fu bollata come perdente, ma che mantenne un minimo di orgoglio identitario nazionale, la subì e basta. Per rendere l’idea, è sufficiente esaminare lo stesso meccanismo di governo. Questo è frutto di un disegno volto a erodere l’identità e la sovranità del popolo italiano, affinché la coesione nazionale attorno a dei valori realmente condivisi, come patria, orgoglio e identità nazionale, famiglia e italianità non tornassero a infiammare il cuore di ognuno di noi, come ancora oggi infiammano il cuore dei tedeschi, degli inglesi, dei francesi, degli americani e persino degli spagnoli.

Per quanto mi riguarda, dunque, il mito della resistenza, la sua liturgia rinnovata di anno in anno, i suoi presunti (e ancora tutti da dimostrare) princìpi di libertà sono solo valori posticci atti a nascondere il vuoto identitario e politico che affligge il nostro paese da decenni. E credo che non si possa più accettare questo sistema e la sua stucchevole retorica. L’Italia nata dalla finta vittoria partigiana (in realtà è una vittoria Alleata) è ben diversa dall’Italia che avrebbe dovuto essere. Guardatela oggi! È una nazione patetica, piccola, corrotta, fintamente libera, viziata, apatica, divisa, vile e persino venduta ai poteri della finanza e dello straniero, con il consenso e la connivenza di tutti coloro che domani probabilmente si ritroveranno in piazza a ciarlare ipocritamente di antifascismo e libertà, condivisione di valori e memoria storica.

Ecco perché non festeggio. Non condivido questa Italia. La rifiuto. Pur non essendo fascista, preferisco sentirmi dalla parte di chi, con la fiamma tricolore nel cuore, perse la guerra con onore, anziché sentirmi una marionetta in mano a coloro i quali quella guerra fecero finta di vincerla.

  1. Ricordiamo le Foibe, il massacro di Porzus, la strage di Oderzo, l’eccidio di Codevigo, l’assassinio della piccola Giuseppina Gherzi ecc.

di Martino © 2012 Il Jester 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :