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Il 28 dicembre, la Grecia esce dall’euro?

Creato il 03 settembre 2012 da Albertocapece

Il 28 dicembre, la Grecia esce dall’euro?Va bene che sono fassista del web, ma adesso anche disfatissta, come direbbe  Manica Rimboccata , capo cheyenne? Per fortuna no, non sono io, ma  il New York Times che pare essere pessimista su Atene e riporta una strana e amara notizia:  Bank of America – Merrill Lynch sta valutando la possibilità di caricare camion con denaro contante e spedirli ai confini della Grecia. Formalmente  per assicurare che i suoi clienti possano continuare a pagare i dipendenti in caso non fosse disponibile denaro, ma come ognuno può capire per non dover convertire gli euro dei suoi clienti e suoi in dracme.

Se lo dice la Merril Lynch che a maggio prevedeva catastrofi se la Grecia fosse uscita dalla moneta comune, vuol dire che ormai si sta rinunciando alla recita delle parti in commedia e si prende atto che la Grecia è stata stroncata, massacrata dai suoi salvatori. E del resto l’istituto di credito non è certo il solo a pensare che il tempo stia stringendo: un sondaggio effettuato dal Ceb (Corporate Executive Board) mostra che l’80% dei clienti Merryl Lynch  ritiene che la Grecia uscirà dalla moneta unica, mentre il 25% ritiene che anche altri Paesi lo faranno.

Ma il NYT non si limita a riportare questi inquietanti progetti, queste scene di camion pieni di soldi che vanno al confine, come in qualche immagine della seconda guerra mondiale, fornisce anche una o più date possibili per l’evento. Gli analisti di Bank of America – ML, valutano che l’annuncio di una eventuale uscita dall’Euro dovrebbe avvenire il venerdì dopo la chiusura delle borse con il lunedì successivo di festa per stemperare i primi momenti di panico e permettere alla gente di elaborare la notizia. Abbastanza ovvio, anzi diciamo fin troppo per meritare l’impegno di analisti finanziari e forse la citazione sul New York Times se non nell’intento di suggerire una mappa temporale meno vaga. Ora la data più vicina in cui queste condizioni si verificano è proprio la fine dell’anno: lunedì 31 dicembre infatti sebbene festa non legalmente riconosciuta, è di fatto giorno di vacanza  e di pausa per le banche in Grecia come del resto in molte parti del mondo, Germania compresa  tanto più che il giorno successivo, primo gennaio, è giorno di totale chiusura. Oltretutto sarebbe anche una data perfetta perché il cambiamento di valuta coinciderebbe con il passaggio di anno. Altri lunedì festivi cadono il 18 marzo e il 25 dello stesso mese che è anche la festa nazionale.

Ma per come stanno precipitando le cose le ultime due date appaiono anche troppo lontane nel tempo ed è ormai palese che si cerca di tamponare la situazione, di non fare esplodere una crisi fino alle elezioni americane: dopo il 6 novembre però le cose cambieranno abbastanza rapidamente, non solo per la Grecia, ma su tutto il fronte di crisi: se la Merkel entro certi limiti sta dando l’impressione di voler lasciare più spazio di azione a Draghi di quanto non voglia darne la Bundesbank, è solo per evitare un precoce acuirsi della crisi e il disastro assoluto che sarebbe una presidenza Romney, l’uomo con il cane sul tetto della macchina. In fondo mancano due mesi  e forse tra ordini di scuderia, richiami, parole consolatorie, esitazioni  e magari qualche temporanea concessione ci si arriva.

Naturalmente non pretendo di fare il profeta di sventura sulla base di un articolo e delle previsioni di Merryl Lynch, può darsi benissimo che si tratti di interpretazioni eccessive. Ma da come conosco i giornali e i loro meccanismi interni il tutto ha il sapore di un avviso dato in maniera poco appariscente, ma concreta. E di certo i furgoni pieni soldi appostati alle frontiere, anche solo ipotizzati o minacciati, sono già il crollo di un’era.


Filed under: Senza nome Tagged: Euro, Grecia, New York Times

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