Di Grazia Serao. Un italiano su tre (32%) elude i divieti di accesso a Internet e ai servizi offerti da social network posti sul proprio luogo di lavoro. È quanto emerge da un’indagine condotta da OnePoll per Samsung. Si tratta di una notizia che di certo non farà piacere ai datori di lavoro, che hanno spesso tutto l’interesse a controllare l’uso che i propri dipendenti fanno di tali tecnologie.
Se consideriamo la fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni la percentuale di lavoratori irrispettosa della restrizione sale almeno al 49%.
Il 26% tende a ignorare o ad aggirare le restrizioni usando i dispositivi personali per Twitter, il 29% per servizi di video streaming, il 34% per applicazioni d’archiviazione sul cloud, il 38% per app mobile.
Lo studio People-Inspired Security è stato condotto su un campione di 4500 persone in sette paesi europei (Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Belgio e Olanda). Così gli impiegati più indisciplinati risultano essere gli inglesi, con il 41% di violazioni. Vincono invece la medaglia della diligenza i lavoratori francesi, dei quali solo il 20% non rispetta tali restrizioni. Anche negli altri Paesi sono molti i dipendenti che ignorano o aggirano le regole: il 34% in Germania, il 32% in Spagna, il 31% in Belgio e Olanda.
Accanto a questi dati viene lanciato immediatamente un allarme. Dimitrios Tsivrikos, Consumer and Business Psychologist allo University College London, avvisa che l’eccessivo controllo da parte dei datori di lavoro potrebbe comportare dei cali di produttività per le aziende, se si traducesse nell’ignorare le esigenze del professionista moderno.