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Il 6 Aprile del '67 nasce "Dio è Morto", di Wazza

Creato il 06 aprile 2015 da Athos56


Il 6 aprile 1967 i Nomadi incidono il brano "Dio è morto", scritta dal cantautore Francesco Guccini, ispirato al celebre poema di Allen Ginsberg, poeta della "beat generation", dal titolo " L'urlo":«Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d'angelo bruciare di desiderio per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte, che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su, partiti, a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz ... »

Altro elemento, legato fortemente all'epoca, è il ripetuto riferimento alla "mia generazione", che ricorda la celebre canzone degli Who "My Generation", inno dei mods. Una generazione per una nuova era, nella quale i giovani saranno protagonisti, per tutti gli anni '60.La canzone fu scritta da Guccini  nel 1965, che non la incluse nel suo album "Folk Beat N°1", e la cantò la prima volta dieci anni dopo proprio insieme ai Nomadi.Censurata dalla Rai, ma non dalla Radio Vaticana, oscurata dalla televisione e dalla hit parade, la canzone di Guccini e Nomadi, ebbe un ottimo successo, è fu presentata al Cantagiro del 1967. La chiesa, a differenza della Rai, guardava con interesse alla musica come mezzo per avvicinare i giovani alla pratica religiosa, arrivando anche ad organizzare in alcune chiese le "messe beat".I Nomadi organizzarono un blitz per presentare al papa la canzone, all'epoca Paolo VI, mischiati tra folla di fedeli nella residenza estiva di Castel Gandolfo, ma la cosa passò inosservata!Il brano diverrà nel tempo "inno di una generazione", diventando un "classico" del repertorio dei Nomadi per 50 anni!Lo stesso Guccini a distanza di anni dichiarò nel corso di una intervista: "A volte mi chiedo come Auschwitz o Dio è morto, canzoni scritte nel 1964-65, piacciano ancora così tanto e appaiano sempre attuali. Il merito però, devo dire, non è del tutto mio, ma degli sponsor di queste canzoni, i razzisti e gli imbecilli che, a quanto pare, tornano periodicamente alla ribalta…".

... di tutto un Pop
WK

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