Lo incontro sulla via Roma di Cassina de' Pecchi.
Si chiama Angelo, di mestiere fa il venditore; precisamente, vende abbigliamento militare, dalle mimetiche agli scarponi, dalle cinture agli zaini.
Lo fa sul suo camion attrezzato di tutto punto, ma scopro che ha anche un negozio a Vicenza.
Una volta al mese, o ogni quindici giorni, Angelo è qui, insieme a suo figlio, che però si trova nei pressi di Melzo con un altro camion altrettanto ben attrezzato.
Come mai da Vicenza arrivi fin qui non lo so, e non mi viene neanche da chiederglielo.
Angelo si fa notare, ha l'aspetto del personaggio originale; barba lunga e bianca, occhiali rossi che mette e toglie di continuo, occhi azzuri e vispi.
Una particolarità esteriore, quella di Angelo, che si rispecchia soprattutto in quello che fa fuori dal suo camion zeppo di mimetiche.
Ha infatti un'organizzazione No Profit, della quale parla con amore e a cui vorrebbe dedicarsi a tempo pieno.
E, guarda caso, l'organizzazione si chiama IL BABBO NATALE BUONO; nome azzeccatissimo, vista la particolarità del personaggio in tutto e per tutto simile a Babbo Natale.
Sul suo sito internet, o meglio sul sito dell'associazione www.ilbabbonatalebuono.it leggo: "La figura di riferimento prescelta è quella tradizionalmente positiva e amabile di Babbo Natale, che viene però interpretata in chiave nuova e riproposta non solo ai bambini ma anche alle famiglie e alla comunità come fautrice di aiuto concreto verso il prossimo durante tutto il periodo dell'anno."..."A rispecchiare gli intenti e lo spirito che animano gli associati fondatori, "Il Babbo Natale Buono" si prefigge di perseguire scopi di utilità sociale e, su segnalazione di enti pubblici o soggetti privati, di intervenire laddove nascano situazioni di disagio, materiale o psichico."
Un lavorone, quello di Angelo e dei suoi aiutanti.
Ma il fine ultimo? lo scopro subito: "L'intento de "Il Babbo Natale Buono" è dunque quello di rispondere in modo mirato a esigenze pratiche della comunità. Come? Avvalendosi della disponibilità di volontari, incoraggiando la cooperazione tra le famiglie, le associazioni e le amministrazioni pubbliche e favorendo i momenti di incontro e di confronto negli ambiti più diversi: dalla collaborazione con le scuole e con le aziende, fino all'organizzazione di seminari, giornate a tema e occasioni di gioco e di formazione per i più piccoli. Tutto con un unico scopo: far comprendere quanto l'altruismo e la condivisione possano fare per creare un senso di unione, alleviare situazioni di disagio e portare un sorriso... anche al di fuori delle feste comandate."
Insomma, cosa dire senza cadere nella banalità? semplicemente, che gente come Angelo dovrebbe essercene di più.
Ma anche che le persone è bello scoprirle ed ascoltarle, quando te lo permettono.
Sentire certi discorsi mi ha ricaricato. E ho la conferma che non devo per forza essere un missionario, un religioso o un beneffattore milionario per fare del bene.
Posso anche essere sul ciglio di una provinciale, vendere mimetiche, e avere tanta voglia di vivere. Perchè, chi ha veramente voglia di vivere, ha voglia di far vivere anche gli altri, senza falsi buonismi, o pietà presuntuose.
Facile mandare l'sms stile Haiti, per poi dimenticarsi che Haiti esiste.
Facile dire al bar che stiamo rovinando il pianeta, per poi fregarcene se carta e plastica non vanno nello stesso bidone.
Facile fare proteste contro il sistema, se poi il sistema siamo noi a tenerlo in piedi con l'omertà e la codardia.
Difficile è mettersi in gioco, andare dove c'è bisogno, e prendere pesci in faccia da tutti, anche da chi ti dovrebbe aiutare.
Perchè, come mi dice Angelo, "di persone che vogliono fare seriamente i volontari non se ne trovano tante."
Angelo è la prova che "il fare, fa".
Lo conosco da appena un quarto d'ora, ma lo sento "a pelle" e mi basta per stimarlo.