Titolo:Il bacio e il sortilegio
Titolo originale: Kushiel's Justice
Autore: Jacqueline Carey
Traduttore: G.Zuddas
Editore: Nord
Prima edizione italiana: 27 ottobre 2011
Prima edizione: Warner Books - 14 June 2007
Pagine: 375
Prezzo: Brossura - €18,00
È veramente difficile parlare di un’autrice come la Carey e non solo perché è in assoluto una delle mie preferite, ma anche perché non riesco a trovare parole adeguate per renderle giustizia.
Prima di darvi la mia opinione su Il bacio e il sortilegio, vorrei parlarvi brevemente degli altri libri di questa meravigliosa serie. Infatti questo è solo il penultimo libro della saga concentrata su Imriel, personaggio presente anche nella prima trilogia di questa autrice. I primi tre titoli della Carey, incentrati sulla figura sensuale e travolgente di Phèdre nò Delaunay, anguisette e spia della regina, sono: Il dardo e la rosa, La prescelta e l’erede, La maschera e le tenebre. La seconda trilogia concentrata, come ho già scritto, sul personaggio di Imriel è stata inspiegabilmente divisa a metà nella versione italiana, dando origine così a ben sei libri, di cui Il bacio e il sortilegio è il penultimo. Tutta questa introduzione non era per tediarvi a morte e scoraggiarvi dal leggere questi libri meravigliosi, ma per spiegarvi la mia difficoltà nel parlarvi dei libri senza fare spoiler. Un consiglio che mi sento in obbligo di darvi, nel caso foste interessati a leggerli, è quello di non leggere le quarte di copertina originali, soprattutto della seconda trilogia. Quello che svelano è al limite della denuncia per spoiler reiterati.
Ma arriviamo finalmente a parlare del libro! (Pericolo spoiler)
Inutile dire che mi ha catturata dall’inizio, come e più degli altri. Nonostante il personaggio di Imriel non possa essere paragonato a quello di Phèdre, ho sempre apprezzato la capacità della Carey di rendere i suoi conflitti interiori con disarmante semplicità. Imriel sa bene di non essere all’altezza dei suoi genitori adottivi, Phèdre nò Delaunay e Joscelin Verreuil, eroi del regno di Terre d’Ange, e la sua unica aspirazione è fare ammenda per le terribili azioni della madre naturale, colpevole di aver tradito la propria patria e averla gettata sull’orlo dell’invasione Skaldi. Ma il fato decide di gettare ancora scompiglio nella sua vita facendolo innamorare dell’unica ragazza a lui preclusa: la delfina di Terre d’Ange, Sidonie. In questo libro finalmente i due rendono pubblica la relazione ottenendo reazioni violente e contrastanti. Ysandre, regina e madre di Sidonie, dà un ultimatum a Imriel: se vorrà sposare Sidonie, dovrà prima riportare in patria sua madre perché venga giustiziata.
Non mi sento di svelarvi altro della trama, soprattutto perché vi rivelerei colpi di scena che meritano di essere assaporati senza anticipazioni. Ho già detto che questo libro mi è piaciuto più degli altri, e il motivo è l’incredibile complessità delle trame che si dipanano dall’inizio alla fine, lasciando sempre la sensazione che ci sia qualcosa che sfugge. Ma, soprattutto, sono rimasta ammaliata dalla forza dei personaggi e dai risvolti imprevisti. Un personaggio che mi ha sorpreso è stata proprio la madre di Imriel, Mélisande. Nella prima trilogia è la cattiva della situazione, priva di scrupoli e ambiziosa, riesce a sconvolgere l’intero regno con le sue trame. Ne Il bacio e il sortilegio diventa una madre preoccupata per la sorte del figlio (metamorfosi che era già avvenuta ne La maschera e le tenebre, ma che ora raggiunge una profondità nuova e inaspettata). Nonostante sappia che il figlio vuole la sua morte, o almeno è rassegnato a riportarla in patria perché venga eseguita la condanna, il suo intervento nella vicenda sarà essenziale per la salvezza della stessa terra che ha tradito.
Come negli altri libri della Carey, anche in questo è sempre presente il fulcro di tutta la vicenda: il precetto del Beato Elua e dei suoi compagni. Elua era il figlio di dio che camminò tra gli uomini diffondendo un unico insegnamento: Ama a tuo piacimento. Tutta Terre D’Ange segue questo insegnamento, ognuno a modo proprio, e il rapporto sessuale è vissuto come qualcosa di sacro, tanto che nel regno novizi di tutte le età e si dedicano a servire le arti di Naamah, giacendo con chi chiede i loro servigi. Trovo che proprio questo sia il punto di forza delle due trilogie. Il mondo creato dalla Carey non è solo incantevole, ma indaga aspetti profondi e oscuri della personalità umana, ignorando i tabù e riuscendo a creare personaggi che restano nel cuore. Ancora adesso, nonostante abbia letto la prima trilogia diversi anni fa, ogni volta che leggo il nome di uno di personaggi mi commuovo.
Come avrete intuito, ho già iniziato a leggere l’ultimo libro e sono sull’orlo della disperazione, sapendo che presto dovrò abbandonare personaggi che mi hanno tenuto compagnia per tanti anni.
Se volete iniziare questa saga siete avvisati: crea dipendenza!
Questa recensione partecipa a Hogwarts Reading Challenge.