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Il bacio fra conosciuti

Creato il 18 marzo 2014 da Giulianoguzzo @GiulianoGuzzo

canova

La moda del momento, a quanto pare, sono i video di baci fra sconosciuti, l’intimità improvvisata, fra passione e imbarazzo. Sono immagini che generano comprensibile curiosità, un po’ come la prima edizione del Grande Fratello, dove lo spettatore medio non vedeva l’ora di assistere in diretta alla nascita di storie amorose fra concorrenti che si conoscevano appena. Del resto, il bacio suscita da sempre meraviglia e non si contano, nell’arte e nella letteratura, tentativi di descrivere l’emozione che provoca e i desideri che alimenta.

Più recente è invece la curiosità per manifestazioni di affetto fra coloro che si vedono per la prima volta. Eppure c’è qualcosa di ancora più trasgressivo, oggi, del bacio fra sconosciuti: il bacio fra conosciuti. Sembra assurdo, ma è così. E’ proprio la tenerezza spontanea e segreta, quella che parte dal cuore e sfugge alle telecamere, quella che manca: lo si vede anche ne “La Grande Bellezza” quando Servillo e Verdone, in una scena, fissano come avessero avuto un’apparizione due innamorati che, banalmente, si baciano. Ma la tenerezza è scomparsa anche amici, genitori e figli, fratelli e sorelle.

Con la scusa di risparmiarci sentimentalismi, ci siamo progressivamente sbarazzati dei sentimenti, considerando ogni manifestazione di affetto quasi un difetto. Meglio essere seri e rimanere professionali. Meglio comprimere un «ti voglio bene» non solamente dentro un messaggino, ma persino dentro un acronimo – Tvb – che ultimamente, affinché della tenerezza non rimanesse la minima impronta, è a sua volta scomparso: siamo così passati dalle lettere d’amore all’amore senza lettere, dichiarato raramente o bisbigliato appena, quando capita, persino nelle famiglie.

Quindi, se proprio vogliamo rivoluzionare una società che ormai incensa solo i due estremi – il piacere sessuale ripetuto e fine se stesso oppure il distacco più netto e radicale, io da una parte e tu dall’altra – riprendiamoci la tenerezza, riconquistiamo l’affetto interpersonale, quella zona spacciata per grigia e spenta ed in realtà coloratissima e vivace. Senza la vergogna puerile di chi pensa che un abbraccio o una carezza in più siano segni di debolezza, ma con la consapevolezza che tempus fugit e che i baci dati e ricevuti, in fondo, non sono mai abbastanza.



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