Credevo mi avrebbe fatto un effetto diverso, vederlo.
Invece mi hanno rovinato tutto.
Uno tra i quadri più belli che siano mai stati concepiti.
Il simbolo dell’amore passionale, della forza del sentimento.
Ma anche della fugacità delle relazioni.
(perdonate, non m’interessano i rimandi al Risorgimento).
Il Bacio di Hayez.
E’ da una vita che sognavo di vederlo.
Ora è successo.
Il come, però, fa la differenza.
In mezzo a una calca insopportabile di gente.
Milanesi della domenica che accorrono in branchi dovunque ci sia scritto “ingresso gratuito” - e, infatti, ieri l’ingresso a Brera era gratuito. A saperlo, ci sarei andata quando l’ingresso si paga il doppio: almeno sarei stata sicura di non avere scocciatori tra i piedi.
Tanto per capirci: immaginate di farvi tutto il percorso della pinacoteca in mezzo a un mare di gente, sognando di arrivare all’ultima stanza. Quella dove sta di casa Hayez (scoprirò solo all’ultimo momento che nella penultima alloggiava il mio adorato Bellotto – ahimé, temporaneamente prestato ad altro museo – insieme a suo zio, il sublime Canaletto).
Lascio Nora all’ingresso della stanza e mi faccio largo nella folla, tra spintoni e gomitate.
Arrivo quasi davanti all’Hayez.
Quasi.
Perché di fronte mi si para una coppietta, avranno cinquant’anni in due; lei è in posa proprio davanti a Il Bacio con occhio smorto e guarda lui, che le sta facendo una foto col cellulare. Trenta secondi per trovare la giusta inquadratura, quindi i ruoli si invertono: lui si mette in posa davanti a Il Bacio con occhio smorto e guarda lei, che gli fa una foto col cellulare. Al termine della bisogna, i due stringono le fila e si mettono ad osservare le rispettive fotografie, incuranti di chi era lì per vedere il quadro.
Ci è voluto un mio scocciatissimo «Scusate, potete spostarvi?» per farli allontanare.
E’ come se tutte queste persone me l’avessero violentato, Il Bacio.
Era lì, alla mercé di tutti, ridotto a materiale da selfie.
Violentato.
Carta straccia.
Roba da usare senza troppi riguardi.
Come una donna che si prende e si porta a letto così, tanto per.
Poi ho alzato gli occhi.
Proprio sopra, ho visto un altro dipinto di Hayez.
Titolo: Pensiero Malinconico.
Che cosa curiosa: la fanciulla sembrava avere lo stesso abito della protagonista de Il Bacio.
Lo stesso color azzurro.
E, forse, con lei condivideva quel sentirsi spogliata di senso dai visitatori occasionali.
Quelli che a Brera ci vanno perché non hanno altro da fare.