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Nella fantastica adolescenza, interessata alle fanciulle solamente per quel piccolo nascosto e misterioso particolare, si scopre quanto con la fantasia e l’addestrata mano si raggiunga il sublime. Quanto egotismo esaltato nelle partecipate gare a chi schizza più lontano sulla sabbia e nelle pisciate dal ponte! Il Bar Stazione non è più il nostro ritrovo perché hanno rincarato il costo delle partite del Biliardino e del Calcio Balilla, ora andiamo in un altro posto che abbiamo chiamato il Bar dei Ribelli. (Ricordo da un racconto di Tirella).
A V A N T I S I A M R I B E L L I
Noi siam nati chissà quando, chissà dove,
Allevati dalla pubblica carità,
Senza padre, senza madre, senza un nome
E noi viviamo come uccelli il libertà.
Figli di nessuno, per i monti noi andiam
Ci disprezza ogniun perché laceri noi siam,
Ma se c’è qualcuno che ci sappia comandar e guidar
Figli di nessuno, anche a digiuno saprem come sparar.
Figli dell’officina, figlioli della terra,
Già l’ora s’avvicina della più giusta guerra,
La guerra proletaria, guerra senza frontiere,
Innalzeremo al vento la libera bandiera.
Avanti, siam fratelli, forti vendicator,
Un mondo di fratelli, di pace e di lavor.
Dai monti e dalle valli, giù giù scendete in fretta,
Con questa banda infetta noi la farem finita.
O spose, o fidanzate, il pianto vien dal ciglio
O madri addolorate non trattenete il figlio.
Avanti siam ribelli, forti vendicator,
Un mondo di fratelli, di pace e di lavor.
-Anonimo-
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