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Il barocco leccese e il barocco romano

Creato il 08 ottobre 2012 da Cultura Salentina

Il barocco leccese e il barocco romano

In un’atmosfera elegante e  gioiosa, un folto gruppo di estimatori d’arte hanno potuto assistere lo scorso 22 Settembre,  all’inaugurazione di una mostra di dipinti del Barocco Romano provenienti da Palazzo Chigi in Ariccia. L’importante incontro patrocinato, tra l’altro, dal Senato della Repubblica, dalla Camera  dei deputati, dal Consiglio dei Ministri e dal Ministero per i beni e le attività culturali, si è tenuto nel capiente atrio del Palazzo Ducale dei Castromediano a Cavallino di Lecce. Numerose autorità presenti hanno impreziosito una  serata dove si è respirata aria di Cultura con la C maiuscola.

Alla presenza dell’on. Gaetano Gorgoni e del principe  Fulco Ruffo di Calabria, l’avv. Michele Lombardi, sindaco di Cavallino  ha aperto i lavori presentando gli illustri ospiti con sapiente maestria ed illustrando, per brevi linee, l’importanza dell’avvenimento, quasi un gemellaggio tra il Barocco leccese, che  noi conosciamo bene, con  quello romano, nonché il legame indissolubile che lega la Puglia e la provincia di Lecce in particolare, alla famiglia Chigi. Fabio Chigi infatti, prima di indossare la Tiara Pontificia col nome di Alessandro VII, fu Vescovo di Nardò e la sua importanza nel campo dell’arte barocca  è fuori discussione ove si pensi che si devono a lui le decorazioni che  impreziosiscono, a Roma, piazza San Pietro, Piazza del Popolo o Piazza Colonna per citarne solo alcune.

Mattatore della  serata, si è comunque distinto per capacità oratoria e competenza artistica veramente fuori dal comune, un brillante Vittorio Sgarbi, che ha tenuto desta l’attenzione dell’uditorio, con un eloquio scevro da retorica e ricco di citazioni  artistiche, che hanno evidenziato  l’importanza dell’avvenimento  culturale. Qualche garbata stoccata sugli errori commessi in passato dalla nostra classe dirigente, è servita ad aumentare l’attenzione di un uditorio di per sé  già molto interessato all’evento.

Ad illustrare le opere da noi pervenute da palazzo Chigi in Ariccia, da non confondersi col Palazzo Chigi sede  del Governo a Roma, è stato il dott. Francesco Petrucci,  un  vero serbatoio di sapere sull’evoluzione dell’arte barocca romana con particolare riguardo alla pittura. Le opere esposte che vantano preziosi capolavori del seicento, sono firmate da nomi prestigiosi come  Gaulli, Voet, Trevisani, Cesari, Salvi, Maratti, Codazzi, Preti e fino a Salvator Rosa , Pier Francesco Mola,  Pietro da Cortona, Andrea Pozzo e Gian Lorenzo Bernini.

Il Palazzo ducale  rimarrà aperto nei prossimi giorni dalle 9,30 alle 12,30e dalle 16,30 alle 20 ad esclusione del lunedì e chi desidererà ricevere informazioni più dettagliate, potrà chiamare il numero 320 705429.

Sarà utile, credo, come  importante tassello  per la nostra  storia, che, come sappiamo, ha  origine messapica, notare la presenza di due busti: quelli   di  Francesco e Domenico Ascanio  Castromediano, che adornano l’atrio del palazzo ducale e l’enorme statua, denominata il “Gigante” che rappresenta il capostipite di casa Castromediano, quel Kiliano di Limburg, nobile tedesco che calcò le nostre terre vero la metà del XII secolo al seguito di Guglielmo I detto il Malo, il re normanno figlio di Ruggero II ed Elvira Alfonso di Castiglia.

Per  ultimo sarà opportuno ricordare in questa occasione la figura di Sigismondo  Castromediano, archeologo, scrittore e patriota risorgimentale,  che abitò in questo palazzo fino al giorno della sua morte avvenuta nel 1895 e a cui si deve l’apertura del Museo Archeologico Provinciale di Lecce.


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