Titolo: Il bell'Antonio
Autore: Vitaliano Brancati
Editore: Mondadori
Romanzo pubblicato nel 1949, non è la storia della novella repubblica che l’autore ha in mente di celebrare, ma quella della tragedia da poco sventata: il fascismo.
Mediante la vicenda di Antonio Magnano, giovane affascinante ma impotente sessualmente, l’autore propone un’analisi parodica del fascismo attraverso la metafora del sesso e dell’impotenza virile. Sullo sfondo della Sicilia fascista si pone in rilievo una storia d’amore, riflesso inverso della “seduzione” del fascismo e dell’immagine di Mussolini nei confronti del popolo italiano: se infatti nel secondo caso è stata possibile ogni forma di coercizione, nel primo, l’amore ideale, al quale è condannato il protagonista, si palesa come impossibile e l’assenza della sua virilità non solo rimane un limite (ancora più evidente nella società siciliana dell’epoca) ma nel corso della narrazione diventerà una vera e propria ossessione.
Lontano, l’eco della guerra civile di Spagna fa gradualmente il suo ingresso attraverso alcuni personaggi e si incarna in quello dello zio di Antonio, Ermenegildo; mentre la vita politica attiva, della quale il protagonista non si cura affatto, viene rappresentata da suo cugino, Edoardo Lentini, alter ego del protagonista che non sarà però ancora di salvezza per Antonio: anche lui cadrà vittima dell’eros, che, in quella società, sembra essere diventata l’unica ragione di vita.