Soffro da sempre, con rispetto parlando per chi davvero soffre, di bruciori allo stomaco. Almeno, così son sempre stati chiamati a casa mia, anzi, forse più frequentemente, fortori.
In termini medico-linguistici penso tratterebbesi di gastrite.
E infatti è il mio gaster che patisce acide pene.
Senza disturbare la psicosomatica, mi sa che il mio stomaco si è evoluto. Di AI stomacale si tratta.
Al supermercato non mi posso avvicinare a nessuna bottiglia di vino scadente, peggio che mai pigliarla in mano per valutare. Lui, il capitano del mio apparato digerente, sua maestà lo stomaco, vigila. Prendo in mano la bordolese in offerta a 2 e 75 e mi rilascia una scarica aspra, sulle prime penso a un caso, ma si può? La poso, tuttapposto. La tiro di nuovo su, acidosi immediata. La lascio definitivamente sullo scaffale. Mi sposto, considero un Castello di Pomino del 2009 e il mio sommelier interno approva e mi libera all'istante dai buoni vecchi fortori.
C'è voluto un po' per identificare gli alimenti che mi provocano il fastidio gastrico, su tutti vino scadente, conferenze stampa di TuSaiChi, caffè della moka e pomodori ma, adesso che il mio stomaco lo sa, può scegliere per me. Io non devo far altro che lasciarmi guidare negli acquisti di cibarie da lui, come un docile Linguini nelle sapienti mani del suo Remy.