Mercoledì 4 febbraio ho assistito al teatro Carcano di Milano a Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello nella versione napoletana di Eduardo De Filippo, del regista Luigi De Filippo.
L’opera di Pirandello è stata composta nel 1916 ed è ambientata nella Sicilia dell’interno, mentre la riscrittura in dialetto napoletano di Eduardo De Filippo risale al 1936 ed è ambientata in una cittadina della provincia campana.
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LA TRAMA
Beatrice sospetta che il marito (il Cavalier Forica) abbia una relazione con Nina, la moglie di un dipendente della famiglia chiamato Ciampa. Nonostante la serva Fana le abbia consigliato di evitare lo scandalo, Beatrice, dopo aver interpellato La Saracena, “una donna insieme alla quale in questa città è meglio non farsi vedere”, denuncia il marito al commissariato. Il delegato Spanò, amico di famiglia, cerca di evitare di accettare la denuncia e di assumersi l’ingrato compito di incastrare il Cavaliere, ma invano. Ciampa, sospettando le intenzioni della donna, cerca di farla ragionare, ma senza successo.
Nel secondo atto Beatrice viene rimproverata dalla madre Assunta e dal fratello Fifì per aver dato la famiglia in pasto alle malelingue, infatti la perquisizione dell’ufficio del Cavaliere ha portato all’arresto di quest’ultimo e di Nina. Il verbale tuttavia non sostiene che la coppia sia stata trovata in delitto flagrante, così il delegato è pronto a rilasciare i due. Per Ciampa tutto ciò non basta: il verbale a suo favore non è sufficiente per evitare che sia considerato dall’intero paese un cornuto, perciò o uccide Nina e il Cavaliere o Beatrice finge di essere pazza, per assumersi la colpa dell’arresto della coppia. La pazzia della donna infatti risolverebbe ogni problema poiché, come dice Ciampa, “è facile simulare la pazzia, basta gridare in faccia a tutti la verità”. I parenti di Beatrice approvano l’idea di Ciampa e Beatrice, dopo qualche resistenza, si fa passare per pazza.
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SIGNIFICATI E TEMI DELL’OPERA
Il berretto a sonagli del titolo si riferisce al singolare cappello portato dal buffone, il copricapo della vergogna ostentato davanti a tutti che deve metaforicamente indossare colui che macchia la propria reputazione. Il berretto a sonagli viene nominato da Ciampa nel corso di un monologo
Diversi personaggi si trovano ad affrontare situazioni paradossali e senza via d’uscita: Beatrice in primis non può soddisfare i propri progetti nei confronti del presunto tradimento del marito senza rovinare la reputazione della famiglia, Fana è combattuta tra la fedeltà per la padrona e il bene della famiglia (non può infatti informare il resto dei famigliari del progetto di Beatrice di denunciare il marito senza venir meno al suo dovere), il delegato Spanò non può adempiere ai propri doveri nei confronti della giustizia accettando la denuncia senza danneggiare il Cavaliere, che è praticamente il suo padrone, e Ciampa è diviso tra l’amore per la moglie e la necessità di difendere la propria reputazione. Il tema principale dell’opera è dunque la necessità di tutelare la reputazione pubblica anche a costo degli interessi personali più intimi e cari.
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LE TRACCE DI EDUARDO DE FILIPPO
Il napoletano scelto da Eduardo De Filippo per la riscrittura mantiene quelle caratteristiche che lo rendono l’opera comprensibile in tutta Italia. Di fatto gli attori parlano in napoletano solamente nel corso delle esclamazioni, soprattutto per quanto riguarda Fana e La Saracena, due personaggi caratterizzati da un registro popolaresco, e Beatrice che, essendo adirata per gran parte dell’opera, è colei che più si abbandona ad esclamazioni e commenti animati; si può affermare che si tratta di un’opera scritta prevalentemente in italiano.
Luigi De Filippo, regista ed interprete di Ciampa, è un celebre attore nipote di Eduardo de Filippo, il quale ha anch’egli indossato i panni dello sfortunato personaggio. Il Ciampa di Eduardo De Filippo era un personaggio sottomesso, ricco di pause, sottointesi, sguardi e gesti mentre quello di Peppino, altro famoso interprete dell’opera, era passionale, incalzante e irruente. Luigi De Filippo sintetizza le letture dei due grandi maestri creando un personaggio caratterizzato dalla profonda ambiguità e drammaticità.
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SCENOGRAFIE E COSTUMI
La scenografia di Aldo Buti è un elegante salotto d’epoca in cui domina il colore verde e in cui è ambientata l’intera vicenda. Le altre ambientazioni, come lo studio del Cavaliere, vengono evocate dalle parole dei personaggi. I costumi sono stati realizzati con realismo e passione.
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IL PARERE DI ACQUA E LIMONE
Il successo dell’opera è fondato sulla vitalità dei personaggi e gli attori sono stati eccellenti nel dare vita ai rispettivi personaggi; ho apprezzato in particolare Ciampa, la star dello spettacolo, e il delegato Spanò. Si tratta di un’opera di breve durata, divertente e di facile comprensione, eppure caratterizzata da un profondo messaggio di denuncia dell’eccessiva importanza che la borghesia dell’epoca attribuiva alla reputazione pubblica, un significato attuale anche ai giorni nostri.
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