Avete mai sentito parlare del beta-lettore?
Il beta-lettore è colui che aiuta a migliorare la qualità di un testo.
Su un vecchio sito della Writer’s University erano state pubblicate alcune istruzioni per queste figure editoriali, che sono riuscita a rintracciare su altre fonti non mediatiche.
Sono alcune istruzioni per un buon beta-lettore:
- Informa lo scrittore dei suoi punti di forza e di debolezza, dicendo per esempio: “Io sono un buon beta-lettore di trame ma non di ortografia!” Chiunque si offra di correggere l’ortografia, la grammatica e la punteggiatura di qualcun altro, deve essere degno di un voto ottimo, o perlomeno buono.
- Legge criticamente per analizzare problemi di stile, coerenza, lacune nella trama, ambiguità, scorrevolezza dell’azione, lessico (scelta delle parole), realismo, appropriatezza dei dialoghi e così via.
Il testo si impantana in descrizioni e retrostorie inutili? I personaggi “suonano bene” come dovrebbero? La trama procede in modo logico e i protagonisti hanno dei motivi per quello che fanno? - Suggerisce, non fa modifiche.
In molti casi, un beta-lettore non dovrebbe riscrivere o semplicemente correggere i difetti. Richiamare l’attenzione dell’autore verso i problemi può aiutarlo ad assumerne consapevolezza e a migliorare. - Fa notare le cose che gli piacciono in una storia.
Anche se vi trovaste di fronte alla peggiore storia che abbiate mai letto, dite qualcosa di positivo! Dite molte cose positive! Provate a individuare il potenziale che ogni storia porta con sé… - È cauto nel giudicare, anche davanti a grandi carenze – ma è, allo stesso tempo, onesto.
- Si perfeziona.
Se vuoi impegnarti nell’aiutare gli autori prendi in considerazione alcune rassegne degli errori più comuni commessi dagli scrittori.
Questa rapida descrizione fonda una relazione tra chi guida e chi apprende, che è molto diversa da quella tipica dell’insegnamento scolastico della scrittura.
Putroppo alla maggior parte dei ragazzi moderni capita di “copiare” contenuti mediatici già esistenti invece di creare opere originali.
Una volta i giovani artisti imparavano dai maestri, contribuendo ai loro lavori o seguendo il loro modello prima di sviluppare stili e tecniche proprie. Le aspettative di oggi invece rappresentano un carico pesante per chiunque si trova agli esordi della carriera. Così gli artisti in erba si trovano a compiere i primi sforzi appoggiandosi a prodotti culturali già esistenti.