Uno sguardo al bilancio 2011 del Partito democratico, che ha riunito le due federazioni cremasca e cremonese in una sola per razionalizzare le spese, permette di considerare sotto una luce insolita, forse impropria ma pressante, le scelte compiute dal partito stesso.
Su un totale di 179.385,16 euro di entrate, brillano i contributi degli eletti. Il senatore, allora cinzia Fontana, versa in un anno 15mila euro, come il deputato Luciano Pizzetti, mentre il consigliere regionale Agostino Alloni dà 12mila euro. I consiglieri provinciali hanno versato 2.684 euro e quelli comunali li hanno clamorosamente superati con 2.711. Anche i rappresentanti negli Enti e/0 Associazioni, come l’ottimo (nel senso di contributore) Augusto Galli, oltre agli altri presidenti del Pd, costituiscono una fonte di finanziamento di rilievo: 29mila euro in un anno. Si parla del solo conto economico cremonese.
Il Pd regionale versa 12.100, e la Tesoreria nazionale del Pd ha inviato 24mila euro.
Il tesseramento frutta a cremona 36.9oo euro, i contributi da persone fisiche 5.350 euro.
Domanda ovvia: senza gli eletti come fa il partito? Se non vengono eletti più un deputato, un senatore, un consigliere regionale e una truppa di fanteria in consiglio comunale e provinciale il bilancio soffre.
Per essere eletti ci vogliono fedeli elettori, soddisfatti, felici di votare Pd.
Magari qualcuno va anche un po’ incoraggiato. ci sono gli indecisi, non solo lo zoccolo duro di centrosinistra, i celebri ceti riflessivi che capiscono i travagli interiori del partito e vanno avanti con fiducia e decisione.
L’unico giornale cartaceo, La Provincia di cremona, sarà pure in calando rispetto ad altre forme di diffusione di idee e conquista del consenso, tuttavia mantiene una forza d’urto da non trascurare.
Può il Pd non tenerne conto? No, anche se deve aggiornarsi, postare sul Web, twittare, non dimenticare mai i contatti personali, i mercati settimali, le piazze, le amicizie.
Essere sorretti dal giornale La Provincia ha tuttavia un prezzo. Entriamo nel mondo delle congetture. Si ipotizza però che un giornale così impegnato in politica non conceda neppure una riga senza pensarci sopra.
In questo caso ha voglia il Pd di dirsi autonomo. Ha voglia Magnoli, il segretario provinciale (guarda caso) tanto sgradito a La Provincia, a proclamare che il prossimo sindaco dovrebbe essere indipendente dai poteri esterni. Lo stesso Pd ha bisogno del giornale cittadino. I cui editori non sono indifferenti alla politica, anzi ne hanno bisogno. Non ne diciamo male. E’ ovvio che l’industriale Arvedi dialoghi con le istituzioni e i cittadini (ma non lo fa, anzi ha minacciato i cittadini di cavatigozzi), come è ovvio che lo facciano gli agricoltori (mah). Se è per questo, nulla di più normale. Ottimo è il confronto.
Ma Arvedi e Libera agricoltori hanno un giornale, ovvero uno strumento di condizionamento ancora forte, che può anche influire sul rapporto di forze.
L’eletto in Parlamento non ha vincolo di mandato, dice la costituzione. Alla faccia. Il patto degli eletti del Pd parla proprio di un vincolo al territorio, lo stesso del giornale.
Da un lato è fuori discussione che le attività economiche non possono essere lasciate a se stesse proprio mentre la recessione sconvolge il territorio, dall’altro l’intervento pubblico, nelle sue forme consentite, dev’essere autonomo, poiché risponde ai cittadini. E saranno i cittadini a pensare anche a questi aspetti.