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Cosa c’entra il bipensiero con la nostra vita di oggi? C’entra eccome: il bipensiero è dappertutto, da ogni parte; siamo circondati da bipensiero. Il bipensiero ha sostituito quasi del tutto la guerra perché la guerra è dispendiosa e non attira più consensi, e oltretutto è dannosa per le ritorsioni terroristiche di cui si è avuta sin troppa esperienza in questo ultimo decennio. Col bipensiero, no: con quello è possibile attaccare uno Stato ed invaderlo senza che nessuno se ne accorga, senza che si abbiano difese o barricate da contrapporre. È sufficiente affermare una cosa piacevole, una cosa qualsiasi, che abbia un senso positivo e che si insinui nelle nostre coscienze eludendo la sorveglianza della nostra intelligenza. Dopodiché, una volta che il cavallo di Troia si è infiltrato, si passa alla fase successiva, ovvero si afferma il contrario: ma la nostra urgenza di acquistare, di rinviare il confronto con la realtà e col presente, la nostra mancanza di tempo che un po’ è cronica e un po’ è ostentata, la nostra mentalità infine ormai così radicata per la quale la nostra esistenza è un alveare con dei pieni e con dei vuoti, dove il vuoto è qualche cosa da riempire e da stipare - ebbene alla fine, con la nostra volontà, noi ci adeguiamo a tutto, e non c’è alcuna difesa quando si dice di sì. Vogliamo qualche esempio?
È presto fatto. Si fa la guerra ma per scopi umanitari - cioè si ammazza e allo stesso tempo si tende la mano -; si dichiara l’austerità ma nel frattempo si spende e si spande - stipendi da paura che non fanno che aumentare, buonuscite milionarie in società che sono in crisi e non ne hanno per pagare i dipendenti cosiddetti ‘normali -; si predica l’amore, l’umiltà e l’uguaglianza e si possiede un patrimonio immobiliare ed esentasse spaventoso che potrebbe cancellare immediatamente una bella fetta della fame mondiale. Ma i fedeli fanno festa e vedono soltanto ciò che vogliono vedere. Dobbiamo andare avanti? Si parla tanto di ludopatia, e poi si pubblicizza il gioco legalmente e si conclude ogni tirata invitante dichiarando che il gioco fa male e può causare dipendenza: ma come, lo promuovi e poi lo bocci? È la fine di A ≠ non-A. Oppure, si pubblicizza un medicinale - cioè si inventano i malanni e poi si vendono le cure - per un semplice mal di testa, e poi si avvisa a velocità supersonica che il prodotto "può provocare effetti anche gravi": cosa fai, prima spari e poi mi avvisi? Signori questa non è ipocrisia, questo è bipensiero bello e buono, e della razza più schietta! E gli esempi potrebbero continuare…
In sostanza alla fine il pericolo è questo - il pericolo, intendo, della convivenza dei contrari nella testa: 1(A) -1(non-A)=0. Due elementi uguali e contrari si annullano: dal bi-pensiero all'a-pensiero, ossia all'assenza di pensiero. Teste vuote e grandi spazi da stipare. Con buona pace di chi ancora si crede immune.
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