Domenica scorsa, negli Harlequins che hanno battuto il Tolosa in Heineken Cup, c'era anche Tom Williams. E' entrato dalla panchina e nemmeno un minuto più tardi ha marcato visita rifilando un bel placcaggio a Vincent Clerc con tanto di palla rubata, decisiva per la marcatura della meta che ha regalato al club londinese "una vittoria che vale più della stessa Coppa Heineken", come ha dichiarato coach Conor O'Shea. Forse è stato in quell'istante che si è chiuso definitivamente il capitolo Bloodgate per il club londinese: il finto taglio, in realtà una capsula di sangue rotta tra i denti da parte dell'ala nel match di coppa contro il Leinster nell'aprile 2009 (nella foto) per consentire a Nick Evans, miglior piazzatore/droppatore, di tornare in campo; un'idea di cui s'è assunta piena responsabilità il manager Dean Richards, poi squalificato per tre anni. Williams inizialmente doveva scontare 12 mesi di punizione, poi abbassati a quattro per aver collaborato con gli inquirenti. Quei Quins sono rimasti traumatizzati per un po', dopo esser stati fermati dalle sanzioni, nel corso di una stagione che li aveva visti battere due volte lo Stade Francais, assicurandosi il passaggio alla fase ad eliminazione diretta in Heineken Cup. Dalla metà 2011 han ripreso da dove eran stati fermati: dopo aver vinto la Euro Challenge nel maggio scorso, adesso comandano imbattuti in Premiership e il cammino da settembre ad oggi registra solo una sconfitta, proprio col Tolosa al The Stoop, vendicata nell'ultimo turno. Stanno riprendendo un posto di rango nel rugby inglese. Un mondo che Williams aveva deciso di abbandonare.
Le preoccupazioni, lo stress, lo sguardo degli altri determinato "da quella sola azione", racconta adesso. "Mi sentivo un miserabile. Ho perso molta confidenza. Ero totalmente disilluso e seriamente intenzionato ad abbandonare". A 28 anni si è rimesso in carreggiata, anziché "infilare la testa nella sabbia". I compagni lo hanno aiutato, "sono stati eccezionali", consentendogli di passare oltre i commenti perfidi dei tifosi avversari. La fidanza e la famiglia lo hanno sostenuto e il ragazzo è arrivato a chiedersi se volesse essere ricordato "come qualcuno che aveva fatto qualcosa di brutto e poi era scomparso. O se piuttosto era meglio aspettare che terminasse la squalifica e tornare, dopo aver imparato dagli errori commessi".
Dopo aver trascorso la prima parte del campionato fuori per un braccio rotto, Tom Williams è tornato e ha chiuso il Bloodgate con una folle volata su Clerc, più un ulteriore break nel corso della partita: "Sarò sempre ricordato come il Tom Williams del Bloodgate, ma voglio aggiungere qualcos'altro al mio nome e aiutare il club". In bocca al lupo.






