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Il “boom di donne” e il grillino che non vuole donne tra i piedi

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

 A caratteri cubitali nei giornali e a voce squillante e nei tg, i giornalisti e i politici annunciano che il numero di donne in Parlamento è salito al 30%.

Alla fine del 2012 abbiamo pubblicato la triste posizione che noi occupiamo nel mondo ed è scandaloso che avvenga questo in un paese occidentale, come è scandaloso che i tg annuncino che “finalmente ci sono più donne”, un dato che dovrebbe essere sensazionale in paesi come l’Arabia Saudita dove le donne stanno lottando per avere rappresentanza politica e il diritto di voto.

Certamente, noi siamo sempre stati arretrati anche in questo e lo scarso numero di donne, che nemmeno raggiungeva il 20%, faceva parte di uno degli aspetti della disparità di genere del nostro Paese. Mi sembra però assurdo esultare per un 30% quando poi ci sono altri paesi occidentali (ma come abbiamo dimostrato pure del Terzo Mondo) che hanno il 50 ma anche il 70% di donne e quando poi la rappresentanza delle donne viene ridotta ad una questione solo numerica.

La situazione di genere nel nostro Paese va al di là di un numero di donne in politica. Ovviamente non solo in Italia, ma da qui fino all’ultimo paese come ad esempio la citata Arabia Saudita. Pochi giorni fa un religioso in televisione ha etichettato le donne in politica come delle “puttane”. Questo perché in un paese maschilista e repressivo come l’Arabia Saudita, l’ingresso delle donne in politica è osteggiato da più parti. Ma non è per caso la stessa cosa che disse il ducetto che ha fatto il boom di voti in Italia (Federica Salsi docet.)?

Questo per dimostrare che non bisogna andare a vedere i paesi conosciuti come i più arretrati per comprendere come le donne sono discriminate dalla società e tagliate fuori dalla politica appena aprono bocca. Già, perchè in Italia le donne devono essere soltanto un numero, se parlano, se dicono la loro sono puttane.

Ma non è per caso anche l’Italia un paese arretrato? Occupiamo l’80esimo posto nel mondo per parità tra uomo e donna. Sarà una cosa prettamente numerica a prima vista ma i fatti non smentiscono. Ma se il Parlamento almeno dà i numeri, le cose vanno diversamente a livello “locale”.

Pochi giorni fa Max Bertoni, un candidato sindaco a Viareggio, del M5S un ragazzo di soli 28 anni ha lasciato sulla bacheca il messaggio “Odio con tutto il cuore le femministe” seguito da una sfilza di commenti che approvavano il suo comportamento e promettevano di votarlo.

Questo perché il candidato alla carica di primo cittadino ha presentato una lista per le amministrative di Viareggio senza tenere conto della legge sulle pari opportunità, stando alla quale i due terzi dei candidati consiglieri devono essere donne e la candidata a sindaco, Rossella Martina con la lista civica “Viareggio tornerà bellissima” ha contestato l’assenza di donne. Il secondo episodio di sessismo dopo l’esclusione di un’assessore dallo stesso M5S di Venezia perché incinta.

Ecco che si presenta lo scenario del “morto un papa se ne fa un altro” secondo la quale il maschilismo continua a dominare la classe politica italiana. Questi sono i danni che hanno certamente prodotto 20 anni di Berlusconismo, e non c’è infatti da stupirsi se un giovane ventottenne cresciuto con la tristissima immagine femminile veicolata dalle sue televisioni e dal governo PDL, poi associ le donne a “veline” o dubiti sulla capacità femminile di essere una categoria autorevole e credibile per trattare temi politici.

E’ grave che vengano escluse le donne dalla lista civica e che nessuno si scandalizzi e che, anzi, li approvino pure. Non solo è incostituzionale ma è anche pericoloso in quanto se una parte politica non vuole le donne tra i piedi è difficile che faccia gli interessi delle cittadine, le più colpite dalla violenza e dalle ingiustizie.

Il grande scoglio che questo Paese deve superare è il maschilismo, un problema che appartiene alla cultura del nostro Paese e non ad un solo uomo politico che per 20 anni ha dimostrato di avere un pessimo rapporto con l’altro sesso. In un paese che rispetta le donne e non si nasconde dietro inutili retoriche, nessuno avrebbe applaudito o votato Berlusconi dopo aver rivolto delle molestie sessuali ad una giovane donna.

Da questo episodio è certo che la realtà delle molestie sessuali e della violenza sulle donne è più radicata che mai, triste effetto del maschilismo che ammorba il nostro Paese dalla politica fino all’ultimo elettore. La politica del nostro Paese ha contribuito all’aumento delle molestie sessuali e delle discriminazioni evitando tutte quelle politiche che potessero risolvere questi problemi, ma anche attraverso l’uso di un linguaggio e di un atteggiamento segregante nei confronti non solo di donne ma anche di individui che se fossero più rappresentate avrebbero fatto sicuramente qualcosa per ridurre il Gap di Genere. Ma se parli sei una puttana o al massimo una femminista.



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