Non ho mai capito come si possa guardare negli occhi un elefante e avere lo stomaco di ucciderlo, massacrandolo indecentemente per prenderne le zanne. Il bracconaggio è questo, ma non solo.
Il bracconaggio non è, difatti, solo una pratica atroce che mette in pericolo la vita di alcuni esseri magici che popolano la nostra Terra, ma sta diventando un pericolo per la sicurezza delle nazioni, soprattutto in Africa.
«Il bracconaggio e i suoi potenziali collegamenti con altri criminali eventi terroristici costituisce una grave minaccia per la pace e la sicurezza in Africa centrale – ha sottolineato il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon – Il commercio illegale di avorio può costituire attualmente una fonte importante di finanziamento per i gruppi armati. Preoccupa anche che i bracconieri stiano usando armi sempre più sofisticate e potenti, alcuni delle quali si ritiene possano arrivare dalla Libia».
A riprova dell’utilizzo del bracconaggio per fini ben più ampi della semplice ricerca di un facile guadagno da parte di qualche balordo, il Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite ha rivelato che il pericoloso Joseph Kony, leader dei ribelli dell’Esercito di resistenza del Signore (Lra), uccide gli elefanti nella Repubblica democratica del Congo per finanziarsi con la vendita dell’avorio. Le attività di bracconaggio sono state segnalate soprattutto nelle aree attorno al Parco Nazionale Garamba, ove i miliziani Lra hanno ricevuto l’ordine da Kony di “uccidere gli elefanti e di inviare a lui le zanne”.
Non si tratta più di una questione che va tenuta confinata nel campo delle problematiche riguardanti la conservazione e la salvaguardia ma di un grave problema che va osservato e combattuto, perché intrecciato con la criminalità organizzata, la corruzione, il riciclaggio di denaro, le armi e l’instabilità dei Paesi.
La catena di contrabbando, secondo gli esperti, è composta da almeno sei soggetti coinvolti in un traffico di avorio o corno di rinoceronte: il bracconiere, il mediatore, il venditore, il finanziere, l’esportatore e il consumatore.
Il bracconiere è di solito una persona locale, che è pagato una miseria per effettuare il lavoro più pericoloso, violento e sanguinoso.
I consumatori sono generalmente in Cina o Hong Kong, pertanto il commercio di avorio e di corno di rinoceronte opera mediante reti internazionali organizzate, che coinvolgono anche trafficanti di armi.
Alessandra Laricchia