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Il bruco pasticcione

Da Fiaba

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La fiaba

Martedì 21 Gennaio 2014 10:52 Scritto da Chignola annalisa

bruco-pasticcione
Questa è la storia di un bruco verde nato tra le mura di una vecchia fattoria.

Un bel mattino egli si svegliò, si guardò intorno e decise che era tempo di curiosare un po’in giro.

Lentamente scivolò lungo la parete ma ……

”Che male, questo muro è troppo ruvido!” si lamentò il bruco.

E con un balzo atterrò sulla sabbia.

In quel momento passò di lì la gallina Gelsomina:

“Che bruco sciocco, guardati sei ricoperto di terra, non mi vien neanche voglia di mangiarti !”  

“Lo credo bene brutta gallina prepotente! “ le rispose il bruco. “Mica voglio essere il tuo pranzo !”

E così dicendo lentamente si allontanò.

I suoi vispi occhietti curiosavano un po’ di qua e un po’ di là senza però accorgersi che proprio davanti a sé c’era una grossa balla di fieno.  

Troppo tardi il bruco ci finì in mezzo e per circa un’ora cercò la via di uscita..

Quando finalmente rivide il sole, ecco che la capretta Bea gli sbarrò la strada.

“Che strano fieno sei, ti muovi come un bruco!”

”Sciocca di una capra, io sono un bruco !”

E indispettito si allontanò in fretta per paura d’esser mangiato.

Strisciò velocemente poi, stanco si fermò all’ombra del mulino.  

Per alcuni minuti rimase fermo immobile e quando si riprese decise di scoprire cosa si celasse dentro quella strana casa.

Strisciò lungo il pavimento di legno e salì sopra un grosso sacco di juta ma, ahimè, perse l’equilibrio e ci finì dentro.  

“Aiuto, sono di nuovo nei guai!” si lagnò il bruco cercando di uscire da quella trappola.  

E intanto si chiedeva cosa fossero tutte quelle palline arancioni e dure come sassi.

Non fece a tempo a formulare quel pensiero che la grossa mano della contadina si introdusse nel sacco e lo afferrò assieme a un pugno di quelle strane cose, per poi dirigersi nel pollaio e sparpagliarle a terra assieme a lui.

”Ahi che botta!” protestò quando ricadde a terra tutto ricoperto di grano.  

“Qua è meglio che me la fili! “ aggiunse tra sé e sé. .

Strisciando a fatica si arrampicò nuovamente su un sacco lì vicino e, trovato un piccolo buco, pensò bene di infilarsi dentro.  

Bruco pasticcione ne uscì poco dopo ricoperto di morbida farina bianca.

Mesto e tutto bianco decise allora di far ritorno al suo muro ma, nell’uscire, ecco che fu attratto da un altro sacco appoggiato vicino alla porta..

Non resistette si infilò anche in quello e, bastò un attimo per ricoprirsi di ruvida farina gialla.

“ Forse è meglio che smetta di curiosare.” si disse sconsolato il bruco pasticcione, ricoperto ormai da tutto un po’.

Mentre strisciava a ritroso nel cortile, gli animali lo guardavano esterrefatti  

“Ma cosa è quella cosa strana ?” chiese l’oca Quà Quà.

“Un bruco.” rispose la sapiente paperella..

“un bruco, che dici mai !” ribatté il pulcino tutto giallo. Guardate bene, ha la testa verde ma il corpo pare sabbia e c’è anche del granturco...”.

 “...e del fieno!”   continuò la capretta Bea leccandosi  le labbra.

“Della farina vogliamo parlarne ?”aggiunse l’asinello tanto bello.

Il bruco tutto offeso, per esser stato deriso, continuò il suo cammino..

Si arrampicò su di un albero, si chiuse in un bozzolo e pensò:.

“Ve la farò vedere io chi sono!”

Passò del tempo e, quando fu pronto, chi lo aveva preso in giro rimase a bocca aperta, perché il piccolo bruco pasticcione piano piano si era trasformato in una splendida farfalla con ali colorate di giallo arancione, bianco e marrone.


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