Immaginate un uomo, seduto da solo, chino su una scrivania, con le dita picchietta su un importante rapporto da consegnare al suo capo. Secondo voi lo sta per falsificare? Se vi dicessi che il sole non picchia più sulla sua finestra, lasciandolo nell'oscurità farebbe qualche differenza per la vostra risposta? DEVE FARLA! Un nuovo studio suggerisce che l'oscurità favorisce l'inganno, anche quando l'anonimato non è garantito.
Chen-Bo Zhong e colleghi hanno chiesto a decine di studenti di completare un compito di matematica in un tempo prestabilito. Dopo la correzione della prova hanno chiesto agli studenti di compilare un questionario anonimo indicando a quante domande (su 20) avevano risposto correttamente e successivamente li hanno invitati a ritirare un premio in denaro (fino a dodici Dollari) sulla base della prestazione effettuata. La metà degli studenti ha svolto il compito in una stanza completamente illuminata, mentre la rimanenza in una stanza con poca luce (comunque sufficiente allo svolgimento della prova).
Tramite un particolare sistema di codifica i ricercatori sono riusciti ad abbinare ciascuna prova con la corrispondente auto-valutazione fornita dai soggetti. AVETE INDOVINATO! I risultati hanno mostrato che gli studenti nella stanza scarsamente illuminata hanno avuto una tendenza ad esagerare le loro prestazioni, con una media di 4.21 punti, contro quella di 0.83 dei loro compagni che hanno svolto il compito nella stanza ben illuminata. Un altro modo di leggere i risultati è dire che il 60.5% dei partecipanti nella camera "oscura" ha esagerato le proprie prestazioni, mentre per chi era nella camera illuminata la statistica è stata del 24.4%.
I ricercatori hanno determinato che l'effetto osservato si verifica automaticamente con il calare della luce, anche se la ridotta illuminazione non garantisce l'anonimato.
Un secondo studio ha ulteriormente confermato questa interpretazione, dimostrando che i soggetti con occhiali da sole, partecipanti ad un "gioco economico" svolto al pc, hanno scelto di condividere meno soldi (in modo equo) rispetto ai loro "colleghi" con occhiali normali. Anche in questo caso la riduzione della luce percepita individualmente non proteggeva in alcun modo l'anonimato, poichè ogni partecipante era in una stanza diversa. Successivamente intervistati, i soggetti, hanno dichiarato che "sentirsi anonimi" li portava a condividere meno soldi, suggerendo così che l'anonimato è percepito come mediatore dell'effetto delle tenebre sul nostro comportamento.
I ricercatori hanno concluso dicendo che:" il buio sembra indurre un falso senso di occultamento, portando le persone a sentirsi nascoste".
La prossima volta che vi troverete a ragionare su una questione morale forse dovreste prima pensare se volete tenere la luce accesa o spenta ;-).
Bibliografia
- Fonte: BPS Research Digest
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