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A questo punto è costretto ad unirsi alla "famiglia" che si accompagna a Mae, un gruppo di fuorilegge immortali sempre a caccia di nuove vittime e brividi dal tramonto all'alba guidato dall'inquietante Jesse Hooker, un ex soldato confederato.
Proprio quando Caleb pare cominciare ad accettare le regole del gruppo e ad essere accettato al suo interno, però, il padre e la sorellina del ragazzo si mettono sulle sue tracce decisi a riportarlo a casa: sarà l'inizio di una vera e propria guerra che porterà il giovane a giocarsi la vita in una sfida ai suoi compagni di tenebre.
In un epoca cinematografica letteralmente invasa dai succhiasangue eredi della tradizione stokeriana filtrati attraverso le gesta teen-romantiche di Edward Cullen, è davvero difficile riuscire a trovare una pellicola che renda davvero giustizia ai Figli di Caino per eccellenza, che paiono perduti in melensi e patinati videoclipponi tanto da far rimpiangere i tempi in cui giravano in sala Intervista col vampiro, il Dracula di Coppola o l'incredibile, stratosferico The addiction di Ferrara.
Per un fan del genere come il sottoscritto - come dico spesso a Julez, attaccato come sono alla vita, per poter diventare potenzialmente immortale e viaggiare in lungo e in largo imparando il più possibile senza dimenticare la mia grande passione per "la caccia", rinuncerei al giorno anche stanotte stessa, nonostante certo il mio modo di pormi sia più associabile ai simpatici e mannari cugini dei vampiri in questione - riscoprire il secondo lungometraggio dell'ormai acclamatissima Kathryn Bigelow è stato un piacevole ed adrenalinico colpo al cuore, ritmato attraverso la straordinaria colonna sonora firmata dai Tangerine dream e dalle immagini splendide coordinate dal production designer Stephen Altman - sì, proprio il figlio del grande Robert -.
Ambientato in una cornice che ricorda le badlands di malickiana memoria, ed infarcito di un cast ottimo e tutto in parte, coraggiosissimo - si pensi al ruolo di Homer, vampiro imprigionato nel corpo di un bambino, come sarà per la Claudia del già citato Intervista col vampiro, che fuma, uccide ed impreca in barba a tutti gli odierni parental advisory - ed emozionante, riporta il genere ad una dimensione oscura come non ne capitavano in proposito sugli schermi di casa Ford da molto, molto tempo.
Certo, risulta ancora acerbo per stile ed impianto narrativo, e soprattutto nel finale tende ad essere fin troppo precipitoso nella risoluzione della trama, eppure l'incedere della storia d'amore di Caleb e Mae richiama alla memoria il mio da sempre adorato Cabal e lo mescola al meglio della new wave oscura, passionale e potente di gruppi come i Sisters of mercy, e note che paiono portare nel sangue passione e ferocia, esplosioni di vita ed ondate di morte, e la sensazione di avere di fronte un ritratto perfetto di ciò che l'animo umano - confinato alla sola notte o meno - sia in grado di scatenare una volta rotti gli argini dell'appartenenza ad una società per tuffarsi inesorabilmente in una Natura di predatore assoluto.
La sequenza girata all'interno della bettola di periferia, vera e propria iniziazione per Caleb in vista del suo ingresso nella famiglia di Jesse - un sempre efficace Lance Henriksen -, è impossibile da dimenticare, e fornisce una vera e propria ispirazione per i "futuri" massacri operati da Rodriguez e Tarantino.
La galleria dei protagonisti appartenenti a questo sanguinoso lato oscuro, oltre ai già citati Mae, Jesse e Homer porta in dono con la notte anche Diamondback - l'indimenticabile Vasquez di Aliens scontro finale - ed esplode il suo colpo migliore con Severen, indomabile selvaggio interpretato dall'allora giovanissimo Bill Paxton, vero e proprio braccio della famiglia nonchè mattatore delle parentesi di caccia grazie ai suoi modi rozzi ed al fare clamorosamente gigionesco in pieno stile tamarro anni ottanta.
In una certa misura, le grandi e disturbate famiglie dell'horror, dai mutati di Le colline hanno gli occhi ai cannibali di Non aprite quella porta, per finire a Spaulding e ai suoi figli prediletti del dittico La casa dei 1000 corpi/La casa del diavolo passano tutte, quasi il tempo non esistesse, attraverso le gesta di frontiera romantiche e senza speranza - o quasi, perchè Caleb e Mae camminano su una fune tesa al limitare della luce - di questa pellicola, un viaggio intenso e sanguinoso attraverso le passioni vampiriche, gli esseri soprannaturali più schiavi del cuore che abbiano mai messo piede in questa parte "normale" di mondo.
MrFord
"And the devil in black dress watches over
my guardian angel walks away
life is short and love is always over in the morning
black wind come carry me far away."
Sisters of mercy - "Temple of love" -
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