- Di Umar A. F.
Viviamo in tempi dove la nostra società cosiddetta ‘moderna’ tramite chi detiene gli strumenti mediatici di informazione, veicola il messaggio che per avere successo in questo mondo, è normale fare leva sull’ignoranza o sviluppare la cafonaggine, la volgarità, l’impudicizia, l’immoralità, l’egoismo più sfrenato, la violenza, la prepotenza, il menefreghismo, ecc.
Con questi ‘comportamenti’ si avrà successo, fama e ricchezza economica.
Ogni antica Tradizione, Occidentale e Orientale, ha stimolato invece l’uomo a sviluppare, come comportamento, ciò che ha di più ‘nobile ed elevato’ dentro di se, “le famose virtù”.
I modelli da imitare erano gli “Eroi” senza macchia che combattevano il male. I Cavalieri della Tavola Rotonda alla ricerca del Gral (la Conoscenza).
Nella nostra Religione Abramica, i modelli da imitare erano i vari Profeti, Noè, Abramo, Mosè, Gesù e il Profeta Muhammad, la pace sia su tutti loro.
Dice Dio l’Altissimo, il nostro Creatore:
? «E in verità di un’immensa grandezza e’ il tuo carattere [O Muhammad].» (Corano 68:4).
? «In verità nell’Inviato di Allàh [Muhammad] vi è per voi un eccellente modello» (Corano 33,21)
La parte più spirituale dell’Islam, il lavoro sul perfezionamento del proprio carattere e comportamento, sul realizzare la ‘nobiltà del carattere’ è un opera fondamentale e principale.
Generosità di cuore, un comportamento cavalleresco, la grandezza d’animo, l’eccellenza o la nobiltà del carattere e del comportamento.
Cosi si trasmette che al momento della Rivelazione del seguente versetto coranico: «Pratica il perdono! Invita al Bene! Allontanati dagli ignoranti». (Corano VII, 199), l’Angelo Jibril (Gabriele) sia venuto a trovare il Profeta e gli abbia detto: «Oh Muhammad, ti ho portato l’eccellenza del comportamento (..) che consiste nel fatto che tu perdoni a colui che è stato ingiusto verso di te; che tu dia a colui che è stato ingiusto verso di te; che tu dia a colui che ti rifiuta il suo dono; che tu renda visita a colui che si è sviato; che tu ti allontani da colui che dimostra incomprensione verso di te, e che tu pratichi il bene nei confronti di colui che agisce male verso di te».
Dare all’amicizia i diritti che le spettano e avere verso lei il comportamento di pulizia che le conviene, consiste nell’avere la deferenza verso colui che è al di sopra di te (spiritualmente), vivere nell’intesa e nell’armonia con i tuoi pari ed essere il compagno amorevole, compassionevole e clemente di quelli che sono sotto di te.
Vuol dire anche essere il compagno dei tuoi genitori restandogli sottomesso e obbediente, quello dei tuoi figli per compassione e interesse nella loro educazione, quello d tua moglie per la finezza e il trattamento che le conviene, quello dei tuoi parenti per un comportamento di benevolenza e generosità, quello dei tuoi fratelli (in Dio) per un amicizia sincera cercando di amarli sempre di più, quello dei vicini evitando loro ogni noia, quello dell’uomo comune attraverso un comportamento fine e accogliente, quello dei poveri rispettando i loro diritti sacri e riconoscendo i loro valori, quello dei ricchi affermando la tua indipendenza di fronte a loro, quello dei Sapienti (in Religione) accettando gli orientamenti che ti danno, quello dei Santi con la tua umiltà, la tua sottomissione e il fatto di non denigrarli mai.
Nei momenti liberi bisogna evitare la compagnia dei pretestuosi e degli innovatori e di quelli che appaiono sotto l’aspetto di asceti al solo scopo di avere discepoli e sfruttarli.
Bisogna inoltre evidenziare che il buon comportamento parte più da un «movimento del cuore» che da regole o convenzioni sociali, perciò ha a che fare più con «l’amore» che con il razionale.
Disse Abu Hafs: «Il buon comportamento consiste soprattutto nell’agire con rettitudine e nel non esigere dagli altri di fare altrettanto».
Dice Ibn Arabi : colui che pratica il buon comportamento non può avere nemici perché: «fa ciò che gli tocca fare e si sottrae da ciò che è in diritto di aspettare (dagli altri)».
Secondo Abu Hafs è colui la cui azione è gratuita poiché è fatta soltanto per Dio, nel solo desiderio di essere conforme alla Verità e non in quello di raccogliere i frutti dell’azione degli uomini. Non rientra in un gioco di scambi, poiché è puro atto di adorazione.
Consiste nella distruzione degli idoli, e l’idolo di ciascun uomo è il suo proprio “ego”.
Il servizio di colui che pratica il buon comportamento, la preferenza che dà all’altro su se stesso, è precisamente “un servizio d’amore”.