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Il Cairo che ricordo

Creato il 21 agosto 2013 da Giovy

Il Cairo che ricordo

Picture by Serena Riccardi @ 500 px.com

Giorni fa, in giro per la Scozia, ogni tanto aprivo qualche quotidiano online e non per vedere cosa succedeva nel mondo. 
La mia speranza, quando sono all'estero, è di leggere che gli alieni hanno rapito Berlusconi o cose simili, in modo da allietare il mio infausto ritorno in terra natale.
Anyway quest'anno la mia mente era rapita da quello che succedeva e succede, ahimé, a Il Cairo
Quella città mi è entrata nel cuore come un fulmine a ciel sereno.
Già lo raccontavo in un altro post, mi soffermai a guardarla dall'alto e restai immagata da tutta la magia che racchiudeva.
Il Cairo che ricordo risplende al sole e piazza Tahrir altro non è che un luogo dove sono passata non so quante volte al giorno.
Il Cairo che ricordo è chiara, limpida come un bicchiere d'acqua.
Porta in sé i sorrisi della gente che incontravo per strada e che, vedendomi con mio nipote, pensavano fosse mio figlio e mi rispettavano come la migliore delle madri.
Quella città che mi ha fulminato il cuore è dolce come l'accento dell'arabo che parlano da quelle parti.
E' una tavolozza di colori dove prevalgono le tinte dal giallo all'oro, ma dove c'è sempre spazio per quel blu Nilo che mai mi sarei aspettata e il verde di alcuni viali che sembrano racchiusi in una capsula spazio-temporale che li tiene fermi ad una belle époque capace di sopravvivere, spero, ad ogni cosa.
Leggo i quotidiani tutte le mattine e sto male a pensare ad un Il Cairo ferita ed in eterna rivolta.
Certo, è più auspicabile una rivoluzione pericolosa che una pace finta e soggiogata ma guardo all'Egitto e mi chiedo quando di nuovo potrò sentire quella sensazione sabbiosa sui miei piedi che solo quella città mi sapeva regalare.
Ripenso a quella città che mi ha fatto battere il cuore e ai sorrisi della gente incontrata per strada.
Ripenso all'acqua gelata da frigo che buttavo giù come non so cosa per la sete.
Ripenso ai dolcetti al miele che ho acquistato fuori dal Museo Egizio e a quel sole che mi scaldava il viso.
Possa la pace tornare presto in una città che merita di essere assaporata, come il più dolce dei fichi di settembre.

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