Il calcio minore specchio di un italia violenta

Nel calcio c’è una realtà , oltre a quello famoso e milionario che conosciamo , è quella che ogni domenica va in scana sui campi delle periferie italiane.

Il referto dell’arbitro metro di giudizio per condannare una squadra o un giocatore. Il calcio minore racconta molto di questo paese. Una normale partita di lavoro può trasformarsi in un delirio collettivo. E a prendere di mira il “Giudice” (l’arbitro) non sono solo i calciatori , ma anche presidenti, allenatori, custodi del campo, medico , guardalinee, dirigenti, infermiere dell’ambulanza ( entrato in campo per soccorrere un giocatore infortunato)

Alcune storie di queste “uscite di testa” le narriamo qui di seguito per raccontare il nostro calcio minore.

Il già espulso Pier Francesco Mastrovito , campionato giovanissimi pugliese, al triplice fischio finale è sbucato in campo da un cancelletto laterale , e ha colpito un avversario con un calcio alla gamba e con un pugno al petto. La squadra si chiama: Cristo Re.

Il mister Angelo Caputo della Capo Palinuro (Campania) , nella sfida con il Celle , categoria esordienti, ha colpito con uno schiaffo al volto e un calcio alla schiena un piccolo avversario, di 11 anni, poi l’ha sollevato e sbattuto su una panca, causandogli lesioni guaribili in 10 giorni.

Il derby Fortis Trani – Liberty Terlizzi (Puglia) è sempre stato u derby tranquillo. A parte quattro bombe carta , lo scoppio del bulbo oculare per un tifoso colpito con un tubo di ferro , la caccia all’auto della terna arbitrale “con la conseguenza di costringere il guidatore a manovre spericolate”, un trauma acustico acuto per un maresciallo dei carabinieri per l’esplosione di un petardo e la frattura della base del quinto del metacarpo della mano destra per un appuntato. A parte tutto questo.

L’Acciaroli Calcio ( Campania) doveva giocare a porte chiuse, ma l’arbitro ha contato 60 spettatori. Un sostenitore del Sant’Erasmo ( Campania) ha cercato per tutta la vita di colpire l’arbitro con un manico di scopa appena si avvicinava a lui. I tifosi dello Juve Stabia hanno lanciato un asta della bandiera in campo colpendo una fotografa che ha dovuto essere medicata.

Il presidente della Nuova Rizziconese (Calabria) è entrato nello spogliatoio arbitrale prima dell’inizio della gara e, con il dito puntato nel petto , gli intimava di far vincere la propria squadra , previa concessione di un rigore al primo minuto.

Luca Cappelli , difensore della Poggese (Marche) ha colpito con un pugno alla tempia l’arbitro. Luigi Marciano , della Valdarnia Calcio a 5, espulso per proteste , ha finto di lasciare il campo con rassegnazione , poi d’improvviso si è girato e ha colpito alla nuca uno degli arbitri : provocando intenso dolore e acufeni che persistevano anche successivamente.

Daniele Cutini , della Real Cerretese (Toscana) voleva colpire un avversario con un pugno , lui si è abbassato ed ha colpito un compagno di squadra, portato via in ambulanza.

I tifosi dell’Isola del Capo Rizzuto (Calabria) hanno accolto a sassate il medico sociale del Soverato. Un dirigente del Recale (Puglia) si è seduto sulla recinzione e ha cercato di colpire l’arbitro con un telefonino. Un giocatore del Rionero, in un derby con il Melfi, reagisce all’espulsione con due pugni allo stomaco e uno schiaffo al direttore della gara. L’allenatore del Foggiano , già espulso, corre in campo e senza proferir parola sferra due calci al ginocchio all’arbitro. Ma non è finito. L’arbitro sanguinante cerca di tornare nello spogliatoio , ma un altro calciatore locale di fronte allo spogliatoio gli rifila due schiaffoni al viso.

Squalifica ridotta (un anno e 8 mesi) per Graci , ala destra del Valmadonna (Piemonte) , reo di aver centrato con una pallonata all’arbitro. Era giovane ed era nel mezzo di una crisi sentimentale.

Mario Adinolfi , centrocampista dell’Atletico Bosco (Campania) , che ha avuto 6 giornate di squalifica “perché a seguito di una decisione del direttore di gara , bestemmiava i morti a voce elevata”.