Sapete chi sono i calcolatori mentali? Erano e sono persone che hanno un talento particolare per i calcoli matematici, oppure persone come Golfera, che hanno individuato delle tecniche che possono aiutare tutti a svolgere più facilmente delle operazioni mentali come i calcoli matematici.
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Oggi i calcolatori mentali non fanno più spettacolo, ma è ancora impressionante vederli all’opera, su calcoli che sono diventati sempre più complicati.
Fra i grandi campioni ricordiamo il russo Jakow Trachtenberg (1888 – 1953) noto per aver inventato il Metodo Trachtenberg, per lo sviluppo del calcolo mentale, un metodo che aveva potuto approfondire durante la sua prigionia in un lager nazista, dov’era stato rinchiuso nel periodo della Seconda Guerra mondiale, come prigioniero politico. Dopo la guerra si stabilì in Svizzera, dove iniziò a insegnare le sue tecniche di calcolo mentale e divenne presto molto popolare. Ebbe un successo particolare con i bambini che avevano difficoltà con il tradizionale metodo di insegnamento della matematica. Nel 1950 fondò a Zurigo il Mathematical Institute, noto a livello internazionale per i suoi metodi di insegnamento.
Perché i giapponesi sono così bravi nel calcolo mentale? Il loro segreto è il Soroban, ovvero il tipo di abaco in uso in Giappone, che imparano a usare fin da piccoli, prima di imparare a scrivere. Questo strumento, unito a una particolare tecnica di meditazione, l’Anzan (che significa letteralmente “calcolo mentale”) produce dei formidabili e giovanissimi calcolatori prodigio.
Per capire come funziona e come si usa il Soroban, e molti altri tipi di abaco, si veda la pagina di Polymath Informatica e… abaco. L’Anzan che potremmo definire “lo zen e l’arte di eseguire dei calcoli”, sviluppa la capacità di concentrazione. Si tratta, in pratica, di proiettare il Soroban nella propria mente e spostare le palline delle varie unità soltanto mentalmente e non sull’abaco reale. Certo è necessario un grande allenamento, ma i risultati sono eccezionali.
“Invece di pensare al numero 1 – osserva il maestro Koji Suzuki – possiamo immaginare di avere una mela in tasca. E’ concreta, ha un peso. Con l’Anzan dobbiamo cercare di vedere le palline dell’abaco.” E’ impressionante vedere i campioni di Anzan all’opera, con le loro dita che si muovono velocissime su un immaginario Soroban, spostando immaginari blocchi di palline.
I giapponesi, nonostante il proliferare dei computer, non hanno mai abbandonato l’Anzan, che viene praticato parallelamente alla meditazione buddista e serve non solo per migliorare le proprie capacità di calcolo, ma essenzialmente come aiuto psicologico nell’affrontare lo studio scolastico della matematica.
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