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Il calendario dell'avvento #16: Intervista ad Antonella Iuliano
Creato il 16 dicembre 2013 da Chaneltp @CryCalvaTempo fa vi ho postato una recensione molto, super positiva: QUI.
Avevo letto e recensito il libro Charlotte, una delle migliori letture del 2013, che ancora una volta voglio consigliarvi! Qualche giorno fa ho avuto la possibilità di intervistare la scrittrice, Antonella Iuliano e adesso è giunto il momento di farvela leggere ^^
Cara Antonella, grazie per aver accettato di rispondere alle mie domande. Prima di iniziare con le domande, presentati un po' ai miei lettori. Quando inizia la tua carriera di scrittrice? Ciao Cristina, grazie a te per avermi ospitata nel tuo carinissimo blog. Allora, non amo molto parlare di me, quindi sarò breve. Sono una ragazza molto semplice, vivo in paesino della Campania e al momento la mia vita è abbastanza tranquilla, cosa che mi dà modo di coltivare le mie due passioni: la scrittura e la lettura. Fino a pochi anni fa ero una studentessa, ma il mio grande sogno è sempre stato quello di fare la scrittrice. Ufficialmente ho iniziato a scrivere verso la fine del 2011, in un periodo di stasi. Come purtroppo accade a molti giovani miei coetanei, la mancanza di lavoro, mi porta ad avere tanto, troppo tempo libero che in qualche modo va impiegato. Io ho scelto il modo più costruttivo per me, quello di dar voce alla mia passione letteraria che nutro sin da quando ero piccola, nella speranza che un dì possa diventare il mio futuro. Anche se scrivo da pochi anni, in passato spesso ho riversato emozioni e sentimenti su carta, ma per arrivare a scrivere un romanzo penso ci voglia una maturità diversa dai tentativi che si possono fare durante l’adolescenza. Almeno per me è stato così.
Leggendo Charlotte è nata in me una forte curiosità verso i libri delle sorelle Brontë, tu hai letto tutti i loro libri? Con quale hai iniziato? Si li ho letti tutti, o almeno tutti quelli tradotti in italiano, perché purtroppo non conosco abbastanza bene l’inglese per poterli leggere in lingua originale. Attualmente sto leggendo proprio un romanzo di Charlotte Brontë, Villette, riedito dopo anni, che era irreperibile in italiano e per me è stato un grande dono poterlo acquistare, mi mancava. Il primo che ho letto è stato Jane Eyre, indimenticabile, anche se allora ero poco più che una bambina, poi l’ho riletto poco prima della stesura di Charlotte, un anno e mezzo fa circa, ed è stato come innamorarsi nuovamente e più profondamente.
A che età hai iniziato a leggere? Quali sono state le tue prime letture? Ho iniziato abbastanza presto, in un primo momento si trattava di favole e fumetti, ma una volta alle medie iniziai a provare una strana attrazione verso la biblioteca di quell’istituto e le mie prime letture hanno avuto luogo lì, col classico libro da leggere come compito. Il primissimo, se non ricordo male, fu Il giardino segreto. In prima superiore iniziai a leggere i primi romanzi sul nazismo e ci fu un libro sul razzismo scritto da Richard Wright, Ragazzo negro, che mi colpì moltissimo ed è stato quello il mio primo amore letterario; poi subito dopo sono arrivati i grandi classici. Ero giovanissima ma allo stesso tempo mi sentivo attratta da alcuni grandi nomi di cui ignoravo tutto o quasi; ed ero felice nel possedere e nel leggere Dostoevskij o le sorelle Brontë o altri grandissimi. Ai miei 18 anni le compagne di classe mi regalarono I Miserabili di Hugo (che conservo ancora), perché vantavo già una piccola ma preziosa collezione.
C'è una componente autobiografica insita nel personaggio di Charlotte? Si, di solito si dice che uno scrittore tende a mettere molto di sé nella sua opera prima, io per quanto abbia forgiato il mio primo protagonista, Philip in Come petali sulla neve, sul mio modo di sentire, di provare, di comportarmi, credo di potermi identificare di più in Charlotte. Io ero esattamente come è lei a inizio libro, incompresa dalla famiglia che quando mi vedeva con un libro non capiva la mia attrazione per quell’oggetto. Incompresa dalle compagne che avevano interessi nei quali io faticavo a ritrovarmi. Io come Charlotte portavo i romanzi a scuola per leggerli al primo momento buono. Poi la storia di Charlotte evolve grazie all’incontro con una donna speciale, che la mette sui binari giusti, fortuna che io non ho avuto, anche se nella mia vita c’è stata una persona molto simile alla signora Cloe, ma in ambito diverso dalla letteratura. Il paragone comunque non era voluto, non in fase di stesura almeno, ne sono diventata consapevole solo dopo.
Come ti è venuta l'idea di scrivere questa storia? Charlotte per me è stata una sorpresa assoluta, un dono del cielo. Non ci avevo mai pensato prima. Quando ho terminato il mio primo romanzo ero entusiasta ma anche insicura, mi approcciavo allo spietato mondo editoriale di cui ignoravo quasi tutto e mi domandavo se e quando avrei scritto altro. Nell’attesa di risposte da parte di qualcuno che avverasse il mio sogno di pubblicare il mio primo romanzo, ho riempito il tempo leggendo e in quel periodo erano le Brontë i soggetti delle mie letture, nello specifico la biografia scritta da Elizabeth Gaskell, La vita di Charlotte Brontë, un documento storico unico, e più leggevo della vita della Brontë più avvertivo, o meglio vedevo questa ragazza che si doveva muovere in un universo fatto di libri e di storie. Una ragazza che fosse la sintesi di me e della grande scrittrice dell’800, perché spesso leggendo notavo strani parallelismi e soprattutto modi di sentire e di affrontare la vita davvero troppo simili con la maggiore delle Brontë. Quindi anche darle in nome Charlotte è stato facile, per me è una sorta di tributo, umile, piccolo, alla grande scrittrice inglese. Certe sere mentre scrivevo avevo come l’impressione che Charlotte Brontë fosse lì vicina a me. Surreale, specie per una un po’ scettica come me, eppure la mia Charlotte è nata così, magicamente ed in pochissimo tempo.
Sicuramente le sorelle Brontë saranno state un modello per le tue opere, ma ti ispiri pure a qualche altro scrittore? Devo dire che ho iniziato a leggere e a conoscere gli autori contemporanei da circa sei o sette anni e questo mi ha permesso di capire quale stile sento più mio. Indubbiamente le Brontë sono il modello a cui guardo, ad esempio adoro la narrazione che utilizza Charlotte Brontë in prima persona e il rivolgersi al lettore creando quasi un clima di confidenza, infatti il mio primo romanzo né è una pallida imitazione, ma tornando al contemporaneo adoro alcune penne che seguo con particolare interesse, come ad esempio Carlos Ruiz Zafòn e Jamie Ford.
Hai scritto altri libri oltre a Charlotte? Si, Come petali sulla neve è la mia prima opera, che ho inseguito per lungo tempo, dopo Charlotte invece ho scritto un romanzo storico sentimentale ambientato in Russia negli anni ’60, ma con un ritorno agli anni della seconda guerra mondiale e lo considero ad oggi il mio lavoro più faticoso e forse anche il più completo e accorto, ma per ora è inedito.
Hai progetti per il futuro? I miei progetti futuri sono molteplici, innanzitutto è di prossima pubblicazione un mio racconto lungo, o romanzo breve, con un nuovo editore, si tratta di una storia d’altri tempi dove protagonista è la musica. Inoltre mi piacerebbe molto pubblicare una raccolta di poesie che è il mio ultimo lavoro ultimato e poi sicuramente rimettermi a lavoro su un nuovo romanzo che pian piano prenderà forma.
Grazie mille. In bocca a lupo da parte di tutti noi! Grazie a te, a tutti e crepi il lupo!
Un enorme grazie va ad Antonella, perché mi ha dato la possibilità di leggere il suo libro, una lettura che non dimenticherò mai, mi è rimasta dentro come pochi altri libri!
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