così scrive Antonio D’Orrico nel servizio uscito oggi su Sette Magazine Corriere della Sera.
L’azione di Adriano Olivetti non finisce nel 1960, con la sua scomparsa. La lezione imprenditoriale e l’eredità culturale, politica, spirituale è dell’Italia, come ha affermato il Presidente della Repubblica Napolitano, inaugurando l’anno scolastico 2013: “Investire nella ricerca, investire nel nuovo, è l’esempio che ci viene dal grande e illuminato imprenditore”. Da più di cinquant’ anni la Fondazione Adriano Olivetti tutela, promuove, divulga, progetta, interpreta e soprattutto attualizza il pensiero di Adriano Olivetti, sottraendolo all’alone di utopia in cui spesso lo si vuole avvolgere. In particolare, oggi, con l’impegno per la candidatura a sito Unesco delle architetture volute da Adriano per la fabbrica e la comunità, la Fondazione consegna alle nuove e prossime generazioni, un modello di impresa che ha unito armoniosamente i valori legati al lavoro e alla dignità della persona. La storia di Adriano Olivetti è raccontata nella biografia pubblicata in questi giorni dalle Edizioni di Comunità, marchio della Fondazione Adriano Olivetti e nuovo strumento di racconto nei nostri programmi di divulgazione e formazione.
“La bellezza, insieme all’amore, la verità e la giustizia, rappresenta un’autentica promozione spirituale. Gli uomini, le ideologie, gli Stati che dimenticheranno una sola di queste forze creatrici, non potranno indicare a nessuno il cammino della civiltà.” (Adriano Olivetti, Il mondo che nasce)