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Il cammino della trasformazione

Da Tarocchipensiero @MichelPelucchi
IL CAMMINO DELLA TRASFORMAZIONEE di me si può dire con verità, come lo si è detto riguardo a qualcun altro: «Un essere privo di illusioni è nato per il bene di molti, per l'edificazione di molti, pieno di compassione per il mondo, per gli dei come per gli uomini (Majjhima-Nikâya, sutta IV)

Ecco... in che modo potesse camminare un Matto di tal fatta... Continuiamo la nostra indagine sulla prima regola dell'Arte: il camminare.Sappiamo che il Buddha ha camminato molto: «Schiavitùè infatti la vita nella propria casa, origine di ogni impuritàè il nostro focolare. Libertà èabbandonare la propria casa: cosìpensò il Beato quando partìdal suo palazzo. […] Nobile era la sua apparenza, ma egli viveva di elemosina» (Suttanipata).Cosa accade in Buddha? Cosa lo spinse a camminare? Che esigenze poteva avere? Perché il suo cammino divenne Verità?Sta scritto nelle sue memorie che nell'intrico di una fitta boscaglia, egli si trovò di fronte ad «una antica via, ad un altrettanto antica strada percorsa da genti dei tempi lontani». La percorre, com'ènaturale; ed una città anch'essa vetusta e malandata, sede regale un tempo, il Buddha ritrovò. Tutta la storia è una metafora interiore, per spiegare ciò che Egli aveva visto dentro di sé: la possibilitàdi un cammino verso un'anima concreta ma ancora incerta, dilaniata da un dubbio poderoso: il cammino si sa èfatica, paura. Siddhartha lo deve ammettere a se stesso:«Ecco qui il timore e il terrore!».E questo timore e questo terrore li provai mentre ero in cammino, ma non mi fermai, non mi misi a sedere né mi coricai: continuai a camminarefinché fui libero da questo terrore e da questo timore.Il Buddha, che vide in sé la possibilitàdella “vecchiaia”, della “morte” e della “malattia”, non si perde. È afflitto, ma non va in depressione. Chiede al Signore, al suo dio custodito nel cuore: «Orsù, mio signore, restituisci a questa cittàil suo antico splendore!». Restituisci-mi l'antico splendore! Questo, il Bodhisatta chiede a se stesso.lungo la strada antica, ove camminarono anche i Buddha dei tempi passati.Dal quel momento ogni passo fu una domanda ed una rispostaa quella domanda. Quando tu fai un passo è naturale che un piede stia sempre avanti l'altro... Nella storia dei Buddhaquesta semplice constatazione sta a significare: che una domanda èposta sempre avanti ciascuna possibile risposta. E cosìla risposta può venire, con assoluta spontaneitàfarsi presente: tanto èsicura ormai, tanto èilluminata... torneràsempre uguale a sé stessa e sempre nuova. Poichéessere Buddha, essere Beato, significa esprimere quell'Intelligenza che in se stessa vive nella propria coscienza. Un'unica grande dimensione, smisurata.Chi èUno in mezzo a molte cose, èal di sopra dell'essere: delle cose che “sono”, e di quelle che “non sono”.Buddha fa un passo, ogni passo chiede: «Cosa sta accadendo dentro di me?E fu solo questa domanda a provocarne il Risveglio...



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