Ieri sera è suonato il campanello di casa con un doppio trillo esattamente come faceva babbo quando, quasi ogni sera, veniva a farsi la chiacchierata con me e con mia moglie, una strofinata coi nipoti, un gelato d’estate e un bicchiere di vino d’inverno e poi a casa da mamma. Erano quasi le dieci e sono saltato sulla sedia. Mia moglie mi ha guardato senza dire una parola. Mi sono alzato e ho percorso il corridoio con un brivido lungo la schiena e una lacrima nell’occhio. Ho aperto il portone ed era mio fratello, che suona il campanello come lo suonava lui. Lo avrei ucciso. Lo avrei abbracciato. Non ho fatto nulla e l’ho fatto entrare, grato che fosse lui e non un estraneo.
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