Milano, 24 Gennaio 2012
Il Camparino, storico bar di Campari, torna in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. La reinterpretazione in chiave moderna della celebre insegna è firmata dal maestro Ugo Nespolo.
Il Camparino, insieme alla moda e al design, è uno dei simboli della città di Milano e ha segnato l’inizio della tradizione dell’aperitivo.
Davide Campari apre il Camparino nel 1915 come fratello minore del Caffè Campari, inaugurato dal padre Gaspare nel 1867, dove non solo poter gustare un aperitivo: era diventato anche ristorante. Da subito il Camparino diviene il fulcro della vita milanese e delle tendenze che l’hanno attraversata.
Il Caffè Campari rimase il locale più frequentato e alla moda fino a che non dovette cedere al più giovane Camparino che, anche grazie a un innovativo sistema che garantiva un flusso continuo di seltz direttamente dagli scantinati, offriva ai numerosi clienti un Campari e soda perfetto e sempre ghiacciato al punto giusto.
Sulla scia di un rinnovamento artistico europeo il Camparino intercetta il cambiamento e diventa vettore della novità. In Europa, nei primi anni del ‘900 furoreggia l’art nouveau e il Camparino sfoggia negli arredi gli intarsi e le geometrie in pieno stile Liberty, grazie all’ebanista Eugenio Quarti, al pittore Angelo D’Andrea e ad Alessandro Mazzuccotelli, artigiano del ferro.Il Camparino è il luogo in cui l’aperitivo da rito diventa mito, dove si fermano personalità note e gente comune, che ha visto nascere le tendenze che avrebbero preceduto gli stili degli anni a venire, diventando la cornice privilegiata di sentiti dibattiti politici. E’ il luogo preferito delle avanguardie, fucina stessa delle nuove idee, un posto dove pensieri e concetti si mescolano con i sapori corroboranti di Campari.
Così come allora il Camparino è oggi uno spazio aperto a nuovi stili, a nuove ritualità dal carattere fortemente cosmopolita. Un percorso che Campari condivide perfettamente con la sua città di origine.
Il Camparino continuerà ad essere gestito da Orlando Chiari e Teresa Miani, rispettivamente genero e figlia di Guglielmo Miani, sarto pugliese approdato a Milano nel ’22 che rilevò la licenza del Caffè Zucca a cui l’avevano ceduta i Campari.
Orlando Chiari commenta così il passaggio d’insegna: “Per me e Teresa il fatto di essere stati scelti da Campari è il realizzarsi di un sogno come lo fu negli anni ’60 quando lo realizzò mio suocero e continueremo a gestire il Camparino con la stessa passione che Papà Guglielmo ci ha trasmesso per questo lavoro e per il nostro Caffè.
Manterremo sia lo splendore che lo stile con un grande slancio al futuro, un progetto che realizzeremo lavorando insieme e con entusiasmo con Campari per essere protagonisti nel progetto Expo festeggiando in tale modo i 100 anni del Camparino”.
E’ del maestro Ugo Nespolo il design innovativo della nuova insegna del Camparino, un condensato di tradizione e innovazione per un artista cha da anni collabora con Campari per progetti italiani e internazionali. Alcune delle opere di Nespolo sono esposte alla Galleria Campari, che si trova presso l’Headquarters del Gruppo a Sesto San Giovanni.
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