L’associazione di formazione politica Giuseppe Dossetti ha celebrato il Giorno delle Memoria presentando un documentario di Cristian Calabretta dal titolo Ferramonti, il campo sospeso. La proiezione è avvenuta presso il centro Auser-Cgil di Cosenza, in piazza Spirito Santo, il 25 gennaio scorso. L’iniziativa promuove la memoria collettiva di una tragica esperienza che non trova ancora collocazione nella storiografia “ufficiale”. A Ferramonti di Tarsia, in provincia di Cosenza, esisteva un campo di internamento per ebrei, il più grande costruito in Italia dopo l’entrata in guerra. Lo sanno bene all’estero: le quasi duemila persone internate nel campo fra il 1940 e il 1943 erano ebrei stranieri; lo ignoriamo noi, che abbiamo lasciato cadere le baracche e con esse la piena coscienza del crimine perpetrato anche in Italia, nel profondo Sud, contro la minoranza israelitica. Il docu-film di Calabretta, giovane regista cosentino, smonta alcuni luoghi comuni che hanno fatto ombra su Ferramonti, uno su tutti: “fu l’autostrada a cancellarlo passandoci sopra”. Falso! A quella data il terreno su cui sorgeva il campo d’internamento, una bonifica del regime fascista, era già coltivato, i capanni dismessi salvo quelli dell’amministrazione. Già proiettato in Campidoglio, presente il Ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge, a marzo la cornice di pubblico sarà quella di Montecitorio. Arrivano contatti anche dall’America. Quasi tutto autofinanziato, per una spesa complessiva di circa 60 mila euro. La cura dell’indagine e la qualità della produzione meriterebbero una rassegna internazionale e il passaggio su un network televisivo di divulgazione scientifica e culturale. Speriamo presto.