Ottobre: il mese dedicato alla prevenzione per il cancro al seno. Fiocchi rosa per ricordare questa importante iniziativa per la lotta contro il tumore.
E nascono molte azioni originali per tenere viva l’attenzione: come l’iniziativa della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i tumori) di Massa Carrara, con l’associazione Mafalda di Massa, pertinente la creazione della sciarpa di lana rosa, lunga chilometri, creata dalle donne del luogo, coordinate dalla giornalista, scrittrice e poetessa Angela Maria Fruzzetti (sabato 8 novembre la sciarpa sarà misurata a Massa, per battere il primato della sciarpa di Trento, lunga poco più di 3 km). Tutto ciò per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della campagna di prevenzione per il tumore al seno. Le donne aderenti all’iniziativa sono state molte: durante il loro lavoro a maglia (riunite in gruppi) si sono confrontate, hanno portato le loro esperienze, hanno condiviso emozioni profonde.
Oltre a queste iniziative così coinvolgenti ed empatiche, poi ce ne sono di strane (per usare un eufemismo). Gira per esempio su Facebook il gioco del “mi piace”: le donne aderenti a questa – chiamiamola – iniziativa, scrivono nella loro bacheca “mi piace sul divano” o “mi piace sul tavolo” (o altre opzioni), senza specificare “che cosa” piace. Si riferiscono in realtà a dove preferiscono posizionare la loro borsa in casa. Tutto ciò dovrebbe portare gli uomini a chiedere “cosa ti piace?” con evidente doppio senso, a sfondo sessuale. Le sostenitrici del gioco dicono che questo serve a “sensibilizzare” sul tema della lotta al tumore (sensibilizzare chi? gli uomini? sono loro che dovrebbero fare la mammografia?)
Mi sono sforzata, giuro. Ma non colgo nessun parallelo e nessuna piccola attinenza tra il giochetto del “mi piace” a sfondo sessuale e il cancro. Sarà che ogni sera chatto con alcune amiche malate di cancro, dal nord al sud dello stivale. Sarà che ho visto il cancro negli occhi di persone amate. Sarà che non mi piace associare giochetti acchiappa-maschi con il cancro. Sarà che c’è la mia Amica Bionda che con il cancro non ci gioca. Lo combatte.
Tempo fa ne ho scritto qui, nel blog. Ho scritto di questa Amica conosciuta su Facebook, per caso, come spesso accade. Ho scritto della mia Amica Bionda, così da me soprannominata per la sua chioma ondeggiante e luminosa. Quella chioma che cade ogni volta che lei si deve sottoporre a cicli di chemio. E in questi giorni sta facendo la c.d. “chemio rossa” (dal colore dei medicinali somministrati per via endovenosa). Una chemio tosta che porta ad effetti collaterali pesanti, come nausea e vomito. E perdita dei capelli. Ma lei rimane bella e luminosa, anche senza le sue chiome. Ricresceranno, come sempre, come le altre volte.
Ci scriviamo in chat, io e l’Amica bionda. Spesso. Cerco di darle forza, coraggio, anche se non credo che ne abbia davvero bisogno, perché lei è una guerriera, una tosta, una che non demorde.
Ecco. Credo che il mio impegno e quello delle altre donne nei confronti della campagna di prevenzione per il tumore al seno, potrebbe e dovrebbe partire da loro: da quelle donne che stanno combattendo contro il cancro.
Dovremmo lasciar perdere i giochetti del “mi piace”. Le sostenitrici del gioco ci riprovano ogni anno. E ogni anno sostengono che può servire a “tener viva l’attenzione sul problema”. Come? Un gioco a sfondo sessuale serve a sensibilizzare sulla prevenzione per il cancro?
Sappiate solo che la mia Amica Bionda non ama questo gioco. Forse le sembra una presa in giro. E secondo me, ha ragione. Questo gioco sembra porre il cancro su un piano di goliardia, di piacevolezza, di simpatia. Famose du risate…
No. Niente risate. Niente doppi sensi. Fate qualcosa di CONCRETO e lasciate perdere i giochetti.
Il CANCRO NON E’ UN GIOCO.
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