Magdi Allam, candidato al parlamento europeo con “Fratelli d’Italia”, conduce una battaglia contro gli immigrati, rispetto ai quali sostiene che gli italiani siano sottomessi.
Magdi Allam nasce in Egitto, al Cairo nel 1952. Venti anni dopo si trasferisce in Italia dove consegue la laurea in sociologia presso l’Università La Sapienza di Roma.
In Italia Allam intraprende la carriera giornalistica, divenendo editorialista ed inviato speciale per la Repubblica. Nel 2003 diventa vicedirettore del Corriere della Sera.
Le sue posizioni, sempre molto critiche e severe nei confronti del mondo islamico, hanno fatto di lui un mussulmano moderato. Proprio tale moderazione gli ha procurato l’appoggio e l’approvazione di molti.
Nel 2008 Magdi Allam, si converte al cristianesimo, ricevendo il battesimo da Benedetto XVI il 22 marzo di suddetto anno, avendo come padrino Maurizio Lupi, deputato di Forza Italia. In seguito alla conversione, l’egiziano apostata, ha assunto il nome Cristiano. Nel 2013 egli ha affermato di voler abbandonare la religione cristiana perché troppo tollerante nei confronti dell’Islam. La facilità con cui Allam ha abbracciato religioni diverse non è certo garanzia di chiarezza d’idee, requisito forse ormai vanamente richiesto a qualunque politico contemporaneo.
A cinque anni di distanza, Allam, candidato con “Fratelli d’Italia”, partito al quale ha aderito nel 2014, sostiene la propria candidatura europarlamentare con manifesti nei quali sostiene la lotta all’immigrazione, dimenticando di rappresentare nella carta geografica del manifesto Sicilia e Sardegna. Non è difficile immaginare per quale motivo tali manifesti abbiano suscitato così grande scalpore e incredulità nei cittadini italiani. Appare alquanto insolito che un egiziano, immigrato, conduca una così dura battaglia verso chi, giunge nella nostra penisola in condizioni disperate, per sfuggire alla fame e alla morte.
Magdi Allam ha fatto carriera, sia in ambito giornalistico che politico. Forse, la sua forza è stata proprio questa, l’aver rinnegato le proprie origini e la propria cultura e l’aver abbracciato la fede cristiana. Stupisce inoltre che si sia ‘dimenticato’ di inserire nella carta geografica dell’Italia, volendo supporre che l’omissione non sia volontaria, Sardegna e Sicilia, quest’ultima privilegiata terra d’approdo di migranti. Per chi lotta contro l’immigrazione, omettere la Sicilia, è scelta abbastanza discutibile. Ci auguriamo quantomeno che Magdi Cristiano Allam possa correggere l’errore presente nei manifesti, in nome della geografia.