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Il candore di Asos Rosa: ora e sempre resistenza

Creato il 16 aprile 2011 da Bruno Corino @CorinoBruno

Lo storico della letteratura italiana, Alberto Asor Rosa, conclude così il suo intervento su Il manifesto, “Non c’è più tempo” (14 aprile 2011): «Ciò cui io penso è invece una prova di forza che, con l'autorevolezza e le ragioni inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, scenda dall'alto, instaura quello che io definirei un normale "stato d'emergenza", si avvale, più che di manifestanti generosi, dei Carabinieri e della Polizia di Stato congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d'autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d'interessi, le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l'Italia alla sua più profonda vocazione democratica, facendo approdare il paese ad una grande, seria, onesta e, soprattutto, alla pari consultazione elettorale».

La democrazia non può salvarsi forzandone le regole: la democrazia si salva soltanto con la democrazia. Non esiste un’altra alternativa. Ci sono due argomenti forti che contraddicono questa presa (disperata) di posizione d’Asor Rosa. Primo: si creerebbe un precedente pericoloso (chiunque potrebbe invocare uno stato d’emergenza per salvare la democrazia – paradossalmente potrebbe farlo anche l’attuale maggioranza); secondo: si sta dando un’arma propagandistica dagli effetti dirompenti a questo governo: vedete? Questa sinistra non riesce a batterci ed invoca i colpi di Stato! Così ci ripeteranno sino alla nausea i gazzettieri di turno. Invece, occorre mobilitare tutte le forze democratiche per impedire ciò che paventa Asor Rosa. Svegliare le coscienze, far capire in quale baratro siamo caduti. Occorre allargare la base del consenso che non sopporta più questo andazzo politico, costruire un’alternativa credibile ed affidabile. Non lasciamoci suggestionare da queste soluzioni antidemocratiche, ma continuiamo a vivere e a lottare per costruire un mondo meno peggio. A proposito, professore, non me ne vorrà se mi permetto di parafrasare una poesia di Calamandrei:

La vedrai, camerata,
la scuola che pretendi per noi italiani,
ma di che valori sarà fatta a deciderlo toccherà a noi.
Non coi soldi profusi allegramente per comprare
a tuo piacimento corpi giovanetti da sfruttare,
non colle notizie omesse dei tuoi telegiornali,
o con le censure preventive messe in atto
per soffocare ogni voce di dissenso,
non colle norme approvate in fretta in fretta,
o cogli scempi ai quali con stillicidio
assistiamo imbarazzati nelle nostre case,
non col diritto che d’ogni regola fa strame,
ma soltanto col lavoro indefesso degli insegnanti
ch'ogni giorno vanno in queste aule fatiscenti,
insegnanti liberi ch’ogni giorno devono
riscattare la vergogna di questo mondo,
difendere la dignità offesa delle persone
e insegnare ch’al mondo non ci sono
soltanto corrotti e corruttori,
ma tanti valori da salvare,
valori che nella Resistenza hanno
la loro linfa, il loro profumo, la loro valenza.
Perciò oggi come allora, oggi come sempre,
ti diciamo ancora: ora e sempre Resistenza!


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