Il canto della sirena

Da Arkavarez
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Il suo nome era Aidha ed era una donna ricca e di origine nobile , i suoi occhi erano nerissimi come il carbone. Aveva i capelli castani, molto lunghi e chiusi da piccole treccine , il suo viso seppur rotondo era molto grazioso e fiero. Il suo corpo era atletico poiché amava danzare e si esercitava diverse ore al giorno, riusciva a ripetere i movimenti insegnati dalle sue istruttrici con tale finezza da stupire chiunque. Ma la sua passione più grande era il canto, nessuno era in grado di resistere dall'ascoltarla, la sua voce era ammaliante.
Sopra la testa teneva spesso un disco circolare forgiato in puro argento di cui ai lati erano incastrati dei piccoli rubini, sulla parte frontale c'era la raffigurazione di un cobra con gli occhi fatti di smeraldo. I suoi orecchini di ottone erano delle lunette alte 12 cm e rette da un anello inserito nella parte bassa dell'orecchio. Le sue unghie erano lunghe, quasi quotidianamente dipinte con una tinta di totano dal color nero. La sua veste era sempre di seta, indossata quotidianamente nel palazzo di suo padre.
Beata, passava generalmente le sue giornate coccolata dalla servitù su una seggia di bambu' oppure si esercitava nelle sue doti artistiche. Lei possedeva inoltre un ottimo numero di amici potenti e nessuno di loro le negava un favore a causa del suo carisma. Le cose andavano bene e negli ultimi tempi, si innamoro' di un uomo, per lei molto importante...
Si chiamava Zaccheo ed era capitano di una nave mercantile della isola di cipro. La sua eta' era sulla trentina di anni ,aveva la barba brizzolata corta e capelli riccioluti, due splenditi occhi azzurri poiché sua madre era delle terre del estremo nord. Il suo corpo aveva una buona muscolatura tipica di un marinaio e una costante abbronzatura, amava lavorare sotto il sole. Dirigeva gli affari per mantenere l'eredita' di suo padre: la nave , la ciurma con cui e' cresciuto e un'altra piccola imbarcazione che serviva per trasportare la merce nei corti tragitti del fiume nilo.
Non era molto ricco, possedeva tuttavia una simpatia e una positività che riempivano il cuore a chi lo conosceva, anche nei momenti peggiori. Importava vino dalle coste della sua isola fino alle rive del nilo, riuscendo ad ottenere nei ultimi tempi dei grossi affari grazie al consiglio di una misteriosa donna col viso coperto. Essa si presentava spesso durante le sue permanenze nelle taverne fluviali e non pretese mai da lui alcuna somma per le sue informazioni .
Passarono pochi giorni che arrivò al nilo, portando con se' la merce ordinata durante la scorsa permanenza. La donna col viso coperto non fece tardi a ricomparire, al suo arrivo indicando un giovane , figlio di un sacerdote, come ottimo acquirente. Il capitano Zaccheo. Con molta cautela, segui le indicazioni di quella misteriosa donna, si era già dimostrata un ottima consigliera, ma ancora non erano rivelate le sue intenzioni.
Questo avvenimento permise al capitano Zaccheo di concludere un affare importante ma dallo svolgimento del colloquio sembrava tutto già preorganizzato. Era come se il giovane, già in partenza appariva d'accordo, per una consegna che in realtà non era ancora stata discussa. Durante i giorni successivi, la donna col viso coperto appariva ai moli interrogando i commergianti sul capitano Zaccheo. La cosa lentamente iniziava a creare voci nella sua ciurma e non esitarono a confidarsi di ogni vicenda. La cosa ormai si faceva sospetta, molti affermavano perfino che stava ore ad osservare la sua nave durante la sera da sopra i terrazzi delle taverne e molti affermarono che era sempre ben guardata da servi. La sua presenza al molo era diventata quotidiana.
Una sera dove non c'era molto movimento e tutti stavano rinchiusi nelle taverne, in attesa di rimettersi in viaggio , si presentarono nella locanda dove alloggiava il capitano, un gruppo di persone con la danzatrice e cantante, con abiti lussuosi. Liberarono un po' di posto in maniera prepotente, appendendo ai muri delle tende azzurre stellate e iniziarono a creare una atmosfera abbastanza vivace dove la danzatrice poteva esibirsi in piena eleganza. Inizialmente a muovere il ventre, andando in progressione in un ballo seducente.
La sua voce era vigorosa e dosata, il suo canto travolgeva e affascinava una gran numero di persone che ascoltavano. Lei non prestava la minima attenzione a coloro che le erano intorno , non distese mai un secondo lo sguardo dal capitano Zaccheo che sempre più intimorito. Egli interrogo' il gestore cercando di comprendere la ragione di tutto ciò ma egli gli spiego' che non ne sapeva nulla. Il capitano perplesso usci' dalla locanda e si asciugo' il sudore accumulato nell'emozione.
Uno dei servi , ben curato nella forma e nell'aspetto con una lancia tenuta alta in segno di non ostilità si era avvicinato a lui, li chiese di seguirlo dalla sua signora. Il capitano Zaccheo rimase intimorito e la cosa ormai perfino lo spaventava , tese i palmi della mano in avanti sventolandola leggermente e ringraziandolo con un no!
Il servo fece finta di non aver sentito e lo invito' nuovamente ripetendo nuovamente le sue parole: la nostra signora desidera solo parlare. Così disse con tono gentile e con un viso sereno. Il capitano si senti' abbastanza rassicurato si fece accompagnare nei terrazzi, dove c'era un tavolo con candele e con cibi squisiti a base di pesce e granchio. Verso la parta centrale c'erano alcune sedie con tamburelli e dei grossi ventagli, usati generalmente dalla servitù per ventilare l'aria. Una lampada ad olio era sul tavolo con una scodella di bronzo che conteneva acqua con petali di fiori, usato generalmente per profumare le stanze.
Il balcone che generalmente era pieno di sabbia e in pessime condizioni, era invece stato pulito con una certa cura e rimosso da altri tavoli probabilmente per lasciare il posto libero. Poco dopo arrivò la donna, non era niente meno che la seducente cantante. Si era cambiata d'abito con una veste nera senza maniche e che scendeva fino a meta' gamba , rifinita con eleganza. I suoi capelli era appena lavati e profumati , le sue treccine sciolte sostituiti con una lunga coda , aveva fra i capelli un fiore bianco e gli occhi disegnati nella parte esterna con una piccola linea di color nero. Il suo aspetto era incantevole, tanto il capitano non si tratenne dallo stupore. La signora aveva invitato il capitano Zaccheo a prendere posto e iniziare la cena preparata. Si presentò col nome di Aidha. Incominciò raccontando che fu' lei la benefattrice dei suoi affari e inizio' a parlare della sua vita. Consapevole tuttavia del disagio del capitano Zaccheo, non esito' a preoccuparsi.
Aidha: Posso chiedere il perché del vostro silenzio? Forse vi ho distolto da qualche impegno?
Zaccheo:Perdonatemi signora , ma ancora mi interrogo sulla ragione delle vostre premure, non sono che figlio di un marinaio e non ricordo avervi aiutata in alcuna occasione.
Aidha: In cuor mio dubito che siate solo un marinaio ma un ottimo capitano di nave , avete in cuor vostro molta più nobiltà di quanta ne abbia lo stesso faraone.
Zaccheo: Signora , accetto le vostre lusinghe ma ancora non mi avete spiegato la ragione cosi' tanta attenzione.
Aidha: Forse e' necessaria una ragione? Se fosse mio desiderio vedere i vostri occhi dal colore della spuma di mare e conoscervi?
Zaccheo rimase in silenzio......
Aidha: Forse la cena non e' di vostro gradimento la cena, o forse gradite musica?
Zaccheo: No signora , e' tutto molto bello anche voi siete molto bella ma trovo tutto un pò fuori luogo.
Aidha: Forse e' norma di un capitano di mare rifiutare una cena in compagnia di una donna che nutre simpatia in voi?
Zaccheo: Signora non pensiate che io disprezzi le vostre premure, ma desiderio di più non nutrire il disprezzo da parte di mia moglie, che presto metterà alla luce un nuovo figlio, comprendete?
Aidha: E' per voi cosi' importante? Io possiedo molto di più di un umile casa, le ricchezze di mio padre sono grandi.
Zaccheo: Signora, io amo mia moglie
Aidha: E io amo voi!!
Zaccheo: Signora , io vi ringrazio per il vostro enorme aiuto alla mia nave e spero di potervi dare da uno dei miei uomini i soldi che mi avete fatto guadagnare e riparto per casa mia, vado a vedere mio figlio nascere.
Le parole ferirono Aidha e mentre lui si allontanava, chinandosi urlava di dolore e di tristezza, i suoi occhi si riempivano di lacrime. Lei non capiva cosa le mancasse per non aver avuto il suo amore, possedeva bellezza, doti artistiche e grandi fotune. Chi non avrebbe accettato? Ma Zaccheo si allontò da lei lasciando ad ogni passo, in lei un vuoto crescente. Nei giorni successivi tentò qualunque cosa per farsi consolore ma presto si rese conto che quel dolore non spariva, invece cresceva. Si gettò in mare, lentamente affondò senza far ritorno. Tutti iniziarono a considerla una tragedia e piangere la sua morte. Il padre la fece cercare per mesi e le persone che la conoscevano restavano sconvolte alla notizia, lo stesso capitano venne ricercato, ma già era partito dall'egitto.
Mesi dopo accadde qualcosa che nessuno poteva spiegarsi. Ancora oggi restiamo increduli alla cosa, ma sappiamo che il giorno che Zaccheo poté mostrare il suo figlio al villaggio della sua isola, un canto pervase quel abitacolo. La voce erano soave tentazione e nessuno poteva evitare di andare in spiaggia a vedere, compreso Zaccheo. Videro una donna bellissima sopra uno scoglio. La sua pelle era lievemente azzurra, le sue labbra viola e i suoi occhi completamente bianchi. La cosa più sconvolgente era che al posto delle gambe, aveva delle pinne di pesce. I suoi occhi non erano più amorevoli, ma erano erano vuoti verso quel uomo che tanto amava....
Era colei che chiamavano la sirena...
(ArKaVaReZ)

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