Oggi abbiamo il piacere di ospitare su Vista Sul Palco la recensione de Il cappello di paglia di Firenze (regia di Sandro Querci) scritta dalla performer, coreografa e regista Sara Vannelli, andato in scena lo scorso novembre al Teatro Pacini di Pescia. In fondo tutti i riferimenti e qui la pagina Facebook dello spettacolo: www.facebook.com/pages/Il-Cappello-Di-Paglia-Di-Firenze.
[Recensione su gentile concessione di WALTERS PRODUZIONI, di Sandro Querci e Barbara Gualtieri]
Il soggetto ha il suo precedente storico nello spettacolo di vaudeville del francese Eugène Labiche del 1851.
L’azione ruota intorno ad una vera e propria “caccia” ad un Cappello di Paglia di Firenze cui il protagonista si vede costretto, suo malgrado, proprio nel giorno delle sue nozze.
La tensione sale adagio all’inizio e culmina in una scena inserita ex novo nell’intreccio dal regista Sandro Querci in cui gli attori dismettono l’abito di personaggi e interpretano loro stessi dando sfogo alle personali aspirazioni, frustrazioni, follie e manie attoriali. Un momento di attualizzazione, di “teatro nel teatro” dal sapore psicanalitico e grottesco, dall’esito esilarante che viene svelato con un ritmo compositivo sapiente ed efficace.
Una commedia musicale dal sapore oldfashion/vintage che è armonicamente congegnata per tendere verso una pluralità di eccellenze a più livelli.
Dal punto di vista artistico, i performer, tutti italiani e tutti solisti dalla spiccata personalità, che compongono il cast, provengono dalle esperienze professionali più significative in Italia e all’ estero,quali Compagnia della Rancia, Stage Entertaiment, Compagnia di Operette.
Le scelte musicali traslate alla prima metà del Novecento italiano quali “Voglio vivere così” “Il Cappello di Paglia di Firenze ” insieme agli evergreen di fama internazionale del maestro Riz Ortolani quali “More”, ci ricordano che la musica italiana che ancora rimane impressa nella nostra memoria recente, ha viaggiato più volte verso la notte degli Oscar.
Così come l’oggetto della contesa “il Cappello di Paglia di Firenze” , espressione di eccellenza legata al territorio, all’artigianato fiorentino e toscano, che ha incorniciato più volte i volti di molte dive di tutti i tempi da Marilyn Monroe, a Audrey Hepburn a Julia Roberts e continua a rispondere alle richieste delle case cinematografiche holliwoodiane.
La Walters Production (di Sandro Querci e Barbara Gualtieri) nella persona dell’ avvocato Barbara Gualtieri che ha coordinato la produzione, l’organizzazione e la comunicazione con il territorio, promuove altresì un innovativo progetto che va sotto il nome di Green Stage. Questa virtuosa pratica legata alla qualità pone grande attenzione alla sostenibilità ambientale anche nell’ uso della “macchina” teatrale. ll mondo esterno e le problematiche ambientaliste entrano in teatro e questo ritorna soggetto attivo ed esemplare di un’etica espressione di economicità a somma positiva nei confronti/agli occhi della società civile.
Sandro Querci, regista, scenografo della pièce ne è anche performer animato da una inesauribile energia. È riuscito a creare una messa in scena in cui la cura del dettaglio e al tempo stesso dell’insieme è degna di rimarcabile nota. La costruzione dell’ azione teatrale è ritagliata sulle caratteristiche dei singoli attori e sulle dinamiche contestuali che si possono alimentate all’interno di un gruppo di tale levatura, che non teme l’anglosassone concetto del “to play”, del mettersi in gioco, giocando, anche se responsabilmente, a fare teatro. Questo terreno raro e prezioso lascia uno spazio aperto ad un tipo di improvvisazione che ricalca i canoni della commedia dell’ arte e che rimescolando le carte in tavola riesce a donare nuova linfa ad ogni rappresentazione. Escamotage che stimola a ritornare in teatro a vedere più volte lo spettacolo per coglierne tutte le sfumature e variazioni come è accaduto nel passaggio dal teatro Colombo Valdottavo al Pacini di Pescia.
Grande attenzione viene posta anche all’ambiente e alle caratteristiche / potenzialità del luogo che ospita lo spettacolo. Rimarcabile il coraggio a Valdottavo dove, viste le ridotte dimensioni e le ottime caretteristiche acustiche del teatro, tutto il cast si è messo alla prova cantando senza l’ausilio di amplificazione in una graziosa e raffinata versione da camera della pièce, molto apprezzata dal pubblico in sala. Esame ampiamente superato.
Il linguaggio è popolare, mai urlato, elegante ed anche colto. La gestualità ed i momenti coreografici di Riccardo Borsini, condivisi con la direzione artistica, danno senso espressivo dell’azione scenica del tutto coerente con le caratteristiche del personaggio e dell’attore che le interpreta.
Il pubblico accompagnato per mano dentro la storia, ne poi rimane avvinto e divertito dalla varietà delle atmosfere che si susseguono, momenti di grande forza e ritmo incessante, momenti più lirici, momenti di puro divertissement, nell’instancabile ricerca del grande disperso, quel cappello di paglia che in realtà è sempre stato in scena comodamente nascosto in una bella scatola da regalo.
a cura di Sara Vannelli
L’autrice della recensione… Sara Vannelli
Termina un master in Direzione artistica presso Istituto Superiore Studi Musicali, L. Boccherini di Lucca “Teatro musicale” con il massimo dei voti.
Laureata in sociologia della comunicazione. “Tesi in Danza, Arte e Comunicazione Televisiva”
Danzatrice, cantante, attrice, coreografa, regista e autrice di molte performances.
Docente di danza, espressione corporea è spesso relatrice di seminari per la diffusione della storia della danza e del teatro musicale.
Autrice ed interprete della conversazione scenica “Dalla pagina al palcoscenico: Pamela Travers e Disney ad un tè con Mary Poppins” Palazzo Ducale, Lucca, dicembre 2014
Attualmente borsista per le Master di specializzazione della MDM Accademia di Musical di Milano.
Si diploma con il massimo dei voti alla “Cecchetti Society” presso la scuola Hamlyn di Firenze. A seguito della vittoria del Concorso Benetton Danza Treviso, va a New York come borsista alla Martha Graham School; a Montecarlo borsista alla Accademia Princesse Grace; a Monaco di Baviera si esibisce con il Teatro Musicale Trinazionale.
Svolge una intensa attività performativa con artisti quali Giorgio Albertazzi, Marika Besobrasova, Jane Campion, Antonio Salines, André De La Roche, Tosca D’Aquino, Debora Caprioglio, Luca Faggella (premio Tenco 2002), Gino Landi, Kimberle Moon, Riccardo Benvenuti, Enrique Breccia, Keos Dance Company, ISSM P.Mascagni Livorno, ISSM L.Boccherini.
Cantante solista per il festival internazionale “Summer festival 2013”, Lucca.
Coregrafa e danzatrice ne “Il Carnevale degli animali” di Camille Saint-Saens; Attrice e voce di “Pierino e il lupo” di Sergej Prokof’ev per l’istituto di Alti Studi musicali L. Boccherini, Lucca.
Sua coreografia originale “Lettere d’amor perduto” è scelta ed invitata al Gala Lilt, teatro Ariston San Remo.