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Il cardinale Bertone contro i belgi: “Manco i regimi comunisti…”.

Creato il 26 giugno 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Il cardinale Bertone contro i belgi: “Manco i regimi comunisti…”.Il Belgio è una delle nazioni più pacifiche d’Europa. Non ha le famigerate banche lussemburghesi né i coffee-shop olandesi. A Mons, ogni anno a marzo, si tiene il Festival Internazionale del Cinema d’Amore e la tolleranza nei confronti dei “diversi” è tale (a parte qualche sporadico rigurgito xenofobo contro gli italiani e oggi contro i musulmani), che permette ad un gay dichiarato di diventare primo ministro. Il Belgio non è più il buio paese delle miniere di carbone che, dopo il disastro di Marcinelle, sono state progressivamente chiuse. L’ultima volta che siamo stati a Charleroi c’era un quartiere a luci rosse con tante signorine che prendevano aria sul balconcino di casa, ma nulla più. Nonostante l’aria da tranquillo paese di campagna, anche i belgi hanno un nervo scoperto che, non appena viene toccato, fa un male cane e non importa chi lo sfiori, il risultato è sempre quello che danno maledettamente fuori di testa. Si chiama pedofilia e quando si riaffaccia i limiti della "tolleranza" si assottigliano pericolosamente. L’origine è datata 1995, precisamente il 24 giugno. Quell’anno, e quel giorno, a Grace Hollogne un paesotto vicino Liegi, due ragazzine di otto anni, Julie Russo e Melissa Lejeune, vennero rapite da Marc Dutroux che le tenne segregate fino al 17 agosto 1996. Quando le ritrovarono, dentro un sacco dell’immondizia sepolte nel giardino di Dutroux, le due bambine pesavano 16 chili: erano morte di fame e di sete e, ovviamente, seviziate e violentate. Del caso di Julie e Melissa si interessò la stampa di tutto il mondo e, per la loro liberazione, ci furono appelli di politici, religiosi, personaggi dello spettacolo e campioni dello sport. Dal processo emersero una serie di connivenze con giudici e poliziotti da far rabbrividire, la giustizia belga impiegò qualche anno a riacquistare un minimo di credibilità ma alla fine ci riuscì grazie all’applicazione della “tolleranza zero” nei confronti di alcuni crimini, pedofilia in testa. Come spesso accade, quando una “sindrome” così violenta si impossessa di una nazione, a farne le spese sono anche coloro che vengono solo sfiorati dal sospetto e, quello che non si è mai sognato di essere uno stato di polizia, decide di riconsiderare con un minimo di elasticità, il concetto di “diritti democratici”. I poliziotti belgi, insomma, si innervosiscono. E tanto deve essere accaduto a Bruxelles nelle scorse ore, quando la polizia ha deciso di fare irruzione nella sede dell’episcopato belga alla ricerca di indizi utili alle indagini in corso sui preti pedofili. La perquisizione, evidentemente molto accurata, sembra sia durata quasi dieci ore, e sembra anche che per tutto il tempo del lavoro degli agenti, ai presenti (vescovi, sacerdoti, segretari, uscieri e qualche suora) non sia stato consentito né mangiare né bere, almeno questo è quanto ha dichiarato il cardinale Carrozziere durante un convegno all’università Lumsa. Non avendo alcuna ragione per dubitare delle parole del Cardinale Segretario di Stato, riusciamo a comprendere (e magari non condividere) alcune scortesie degli inquirenti belgi, ma quello che puntualmente ci suonano stonati sono i riferimenti alle torture e alle brutalità le cui colpe ricadono sempre sui maledetti comunisti. “Non ci sono precedenti, nemmeno nei regimi comunisti”, ha tuonato il cardinale, tralasciando fascismo, nazismo, regimi dei colonnelli e, tanto per restare nel suo ambito, i modi spicci di Torquemada a caccia di streghe da far confessare a cui introduceva topi vivi nella vagina. Ma riflettendoci bene il Cardinale Bertone è quello che ha detto che l’omosessualità è una delle cause della pedofilia. Alla fine, neppure Berlusconi tira più in ballo i comunisti essendosi reso conto che tutti ridevano, ora ci pensa il Vaticano.

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