Il caro sconfitto

Da Astonvilla

Il Caro Sconfitto palpeggia il Re di Spagna, commettendo la ennesima gaffe della sua carriera di capo del governo italiano. Si autonomina un segretario politico del Partito con la stessa impudente noncuranza con la quale avrebbe scelto un cameriere o una guardia del corpo, ignorando i poveri illusi o i fessi che vorrebbero “democrazia” interna in un partito da Corea del Nord. Lascia al loro posto tre coordinatori che non hanno coordinato proprio nulla viste le trombature a tappeto. Si prepara a nominare ministro della Giustizia un altro dei suoi cagnolini da presa che continuerà a ringhiare contro la magistratura e proporree leggi improponibili. Si lancia nel solito numero contro il “micidiale” Santoro e AnnoZero, che quindi incasseranno altra pubbllcità, e conferma dunque il valore politico nazionale della stangata, e contro il TG3, che ha un numero limitatissimo di ascolti. Rispedisce Feltri al suo Giornale da Libero, del quale ci avevano raccontato che lui era diventato addirittura “comproprietario” con Belpietro, dopo il disastro della coppia Sallusti-Santanchè, roba comica da Zamparini con gli allenatore del Palermo. E ricomincia con le frottole dei sondaggi che “ci danno davanti”, quei sondaggi che tanto bene lo avevano servito nella campagna elettorale di Milano e Napoli. Insomma, buone notizie per gli amici e i fan del Caro Molestatore di Capi di Stato e soprattutto per i suoi avversari: non è cambiato niente. Berlusconi non può cambiare Berlusconi.
VITTORIO ZUCCONI

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