Il vecchio Efisiu Pibiri guidava ancora il carro trainato dai buoi, nonostante la non più giovanissima età.
Una sera dunque rientrava lentamente a Villacidro, dalle montagne di Campus de Monti. Il grosso e pesante carro, carico di legna, procedeva lento e i buoi, visibilmente affaticati, procedevano piano, con la bava alla bocca.
All’inizio della grande salita de sa Pesada Manna, ziu Efisiu fermò il carro per far riposare i buoi prima di affrontare la lunga salita. Dopo alcuni minuti fece per far ripartire le bestie e in quel frattempo si ritrovò dinanzi ad una donna che gli chiese un passaggio sul carro, dato che era tanto stanca.
Ziu Efisiu era una persona seria e educatamente le chiese come si chiamasse e lei disse di chiamarsi Maria Orrù. Le disse di sedersi sul retro del carro, a su pei de sa cuba, ovvero di mantenersi a uno dei due grossi tronchi che fungevano da pilastro portante e servivano a mantenere, assieme ai due posti anteriormente, la struttura del carro.
Come la donna si sistemò, il carro cominciò a muoversi.
Ma ziu Efisio restò sommamente sorpreso nell’osservare come i buoi procedevano ora con grande speditezza percorrendo la ripida salita con velocità insolita giungendo in brevissimo tempo alla fine della salita, in vista della prime abitazioni, a Bingiomigu. Qui la donna misteriosamente scomparve.
Giunto a casa, un po’ confuso e spaventato, raccontò ciò che gli era accaduto alla moglie la quale, quando sentì il nome della donna che aveva chiesto il passaggio sul carro, esclamò spaventata: «Santu Sisinni miu! Ma chi Maria Orrù est morta e interràda de tres mesis! Cussa fiada una coga!» (San Sisinnio mio! Ma se Maria Orrù è morta e sepolta da tre mesi! Quella era una strega!)
Gian Paolo Marcialis
Villacidro, Gennaio 2015