si presenta alla reception di Alitalia per essere imbarcato sul volo per Milano. Ha dichiarato di essere in carrozzina, non in grado di deambulare nemmeno per pochi passi, di essere accompagnato. Non ha chiesto servizi aggiuntivi, ché non gli servono; non ha richiesto l’uso della barella.
Ma il fatto di non aver richiesto servizi aggiuntivi e di non aver bisogno della barella gli sarà fatale. Infatti
I responsabili di Alitalia, questa volta, giudicano incompleta la dichiarazione di Barbieri e rifiutano l’imbarco, opponendo le proprie prassi interne secondo cui i dati sui servizi aggiuntivi e sull’uso della barella, oltre a quelli sanitari, vanno comunque dichiarati.
Sembra materia per una storia kafkiana invece, a quello che racconta l'articolo, è reale. Una questione facilmente risolvibile con un po' di buon senso e di buona volontà, oltre ad impedire una legittima mobilità ai portatori di handicap, si risolve in un'ennesima forma di ingiustizia e insensibilità nei confronti dei disabili, a dimostrazione della lunga strada verso la civiltà. Ma il diritto alla mobilità per i disabili è davvero garantito in Italia, ci si domanda provocatoriamente nell'articolo.
Nonostante i numerosi atti dell’Unione Europea, vengono ancora segnalati troppo sovente casi di esclusione dal trasporto ferroviario, aereo, navale, per non dire dal trasporto urbano: mezzi non adeguati, servizi discontinui, personale non preparato o – come in questo caso – interpretazione restrittiva di regolamenti e norme.
In ultimo, una dichiarazione perfettamente condivisibile di Barbieri
“È superfluo precisare che non è una questione personale ma di un diritto di tutte le persone con disabilità che va rispettato, ancora di più in presenza di norme internazionali che, finalmente, ci tutelano di fronte ad ogni discriminazione come quella attuata questa mattina da Alitalia.”