O si rendono conto che il livello di pressione fiscale sul lavoro e sul totale complessivo è insostenibile, oppure il Paese sta veramente avvitandosi su se stesso. Saltano fuori notizie relative ai 17 Paesi dell’Eurozona, ma si possono ricordare anche i Paesi dell’Ocse. Restiamo al momento nell’Eurozona per quanto riguarda la pressione fiscale sul lavoro. L’ennesima conferma arriva da Eurostat. Nel 2010, in base ai dati resi noti , il peso “implicito”, ovvero tasse più oneri sociali, dello Stato sul costo del lavoro è salito dal 42,3% del 2009 al 42,6%. L’Italia è “maglia nera”, è il Paese più tassato, il Paese che punisce addirittura il lavoro. Nei 17 Paesi dell’Eurozona il tasso medio è stato del 34%. E le prospettive sono tutt’altro che rosee: il peso del fisco sulle spalle degli italiani è destinato a crescere di quasi due punti percentuali, dal 45,6% al 47,3%. Questo dice l’Eurostat. C’è proprio la classifica. Il tasso di imposizione implicita (rapporto tra imposte e carichi sociali pagati sul reddito del lavoro e il costo del lavoro) vede prima l’Italia, poi il Belgio, quindi la Francia, l’Austria. I costi inferiori sono stati registrati a Malta, Portogallo, Bulgaria e Gran Bretagna.............
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