il caso Silvian Heach

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Abbiamo discusso tempo fa su un caso di cartellonistica pubblicitaria sessista apparsa nelle nostre strade e davanti ad una scuola elementare di Milano.

Silvian Heach è stato denunciato allo Iap tramite un passaparola su Facebook, un mio evento e qui sul blog. Il Giurì ha preso in esame questo caso e in unariunione del 29 marzo scorso ha reputato la campagna contraria agli articoli 9, 10,11 del codice di Autodisciplina pubblicitaria, ordinandone la cessazione.

 L’inserzionista però ha proposto opposizione contro il provvedimento del Comitato di Controllo ed il caso è stato quindi trasferito al Giurì per una decisione nel contraddittorio orale fra le parti.

Ma non finisce qui, perchè una mia lettrice mi segnala un catalogo per bambini, dove essi appaiono patinati, photoshoppati e resi apetibili nelle pose e negli sguardi per chissàquale perverso interlocutore.

 E per fortuna che hanno risparmiato il trucco!

Possiamo vedere però il sessismo di questo marchio: il rosa che domina la vita delle bambine in modo esasperato, le pose delle bambine che rimarcano quelle delle donne-oggetto della moda quindi: bambine sempre sopra il letto, abiti sempre succinti e gambe posizionate in modo che si intraveda quello che c’è sotto.

Ovviamente in giro ce ne sono di peggiori, come abbiamo visto nelle campagne di Vogue Francia, che mostrava bambine truccate, con tacchi a spillo e sessualizzate in modo estremo, ma non possiamo dire che Silvian Heach sia proprio priva di stereotipi di genere (e lo abbiamo visto sorpatutto nella comunicazione rivolta alle donne).

Che ne pensate?



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