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Il caso Tidei: se le promesse non mantenute diventano bugie.

Creato il 23 maggio 2012 da Cristiana

Leggo che Tidei neo eletto sindaco di Civitavecchia avrebbe rinunciato dopo soli 2 giorni dalla sua elezione a sindaco a dimettersi dall’incarico di parlamentare (del PD) dopo averlo promesso a più riprese durante la sua campagna elettorale.

Le motivazioni addotte sono che il Tribunale di Civitavecchia rischierebbe la chiusura e che, Tidei, vuole la certezza che a Civitavecchia non finisca l’eventuale discarica che sostituirà Malagrotta.

Vorrei fare un paio di riflessioni.

Alcune di forma. Lo statuto del PD (e la legge) non prevede che si possa essere parlamentare (in comuni di più di 20mila abitanti) e sindaco allo stesso tempo. Punto. Indiscutibile regola che va rispettata.

Ma i motivi per cui Tidei dovrebbe dimettersi a questo punto sono di sostanza. Primo: lo aveva promesso e non è che la questione tribunale o discarica sono cose spuntate come un fungo questa mattina. Secondo: affermare che si resta in parlamento per difendere il tribunale di Civitavecchia o impedire la discarica significa, in sostanza, dire ai cittadini che i loro diritti non vengono difesi in quanto tali, ma solo per interesse. Cioè Tidei, parlamentare di tutti, in sostanza sta lì solo per i cittadini di Civitavecchia. E questo è un principio di ingiustiza etica. Nel senso che un parlamentare dovrebbe avere a cuore tutti e bene ha fatto l’amico Sarubbi a dire che si prenderà carico lui delle cause di Civitavecchia, spero intendendo dire che si prenderà a cuore le cause di tutti i tribunali che rischiano la chiusura, come dei piccoli ospedali (cosa ancora più grave, vedi il caso di Acquapendente ai confini con il Lazio, ma chissà quanti altri in tutto il Paese).

Non mi piace questo principio leghista e campanilista tutto italiano. Ho il desiderio di una politica che non difende categorie, non difende cittadini più di altri (dobbiamo quindi pensare che i cittadini che avranno la discarica vicino casa saranno gli sfigati senza parlamentare autoctono?), ma abbiano a cuore tutto il Paese e prendano le decisioni migliori per tutti e che quando si apre una discarica (magari un giorno finalmente avremo una politica che invece le chiuderà tutte per sempre) lo faccia perché quello è il posto migliore dal punto di vista ambientale e non il luogo politico più indifeso di altri.

Tidei si dimetta e vada a fare il sindaco e contribuisca ad una rinnovata fiducia nelle istituzioni e soprattutto nella politica.

Oggi io a questa sua uscita ho solo sorriso e ho pensato che stava solo occupando 2 poltrone. E questo ha pensato tutto il Paese.

Ma a differenza di molti le stesse cose le penso anche per il consigliere regionale Moscardelli che è anche consigliere comunale a Latina, o Aurelio Lo Fazio assessore in provincia di Roma ed anche consigliere comunale ad Anzio (che dimettendosi lascerebbe il posto ad una donna nel frattempo passata nell’UDC). Tutti del PD questi maratoneti degli incarichi. Tutti sostenitori del nuovo segretario Gasbarra che speriamo faccia pesare la sua autorevolezza (e glielo chiederò alla prossima direzione regionale).

Insomma una bella rinuncia al doppio incarico di massa, nel Lazio, sarebbe opera buona per far riacquistare fiducia a tanti cittadini nella politica e nelle istituzioni, anche perché i motivi di questi doppi incarichi cominciano ad essere oscuri  a tutti.

p.s. so bene che, dimettendosi Tidei, entra in parlamento l’omofobo Mario Adinolfi. Potrei rispondere che non mi pare che Tidei si sia sprecato a difendere i gay in questa legislatura – non mi risulta almeno – ma il principio non è questo proprio per quanto detto sopra. E ha sbagliato Tidei a rispondere ad Adinolfi che detterà lui i tempi delle sue dimissioni. Si dimetta e rispetti le regole. Punto. Il mio partito, piuttosto, cominci a pensare a come evitare al prossimo giro i Calearo, le Binetti e gli Adinolfi. Guarda caso tutti omofobi, tutti usciti dal PD. Per fortuna.


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