In alcune trame il cattivo è essenziale.
Spesso, in talune trame, la figura del “cattivo” è essenziale, al punto che, se non esistesse, il protagonista non avrebbe lo spessore necessario per risaltare. Nella storia della letteratura mondiale, sono diversi i personaggi che hanno fatto da spalla al “buono” di turno, diventando così odiosi da essere comunque rimasti nell’immaginario collettivo. In altri casi, non solo il “cattivo” è diventato il reale protagonista della trama, ma alcuni libri sono stati improntati sull’ambiguità dei ruoli, ovvero la trasposizione da buono a cattivo, e viceversa, dei vari personaggi. Facciamo un paio di esempi significativi.
Il ritratto di Dorian Grey. Se andiamo ad analizzare la trama, chi è più discutibile, Dorian o il suo ritratto? In effetti, i due convivono e sono in simbiosi al punto che l’uno non può esistere senza l’altro, giacché sono entrambi aspetti di un unico soggetto. Il dipinto rappresenta la parte oscura dello stesso Dorian, ne riflette i misfatti, le crudeltà e i delitti.
Altro esempio significativo è rappresentato dal libro di Mary Shelley: Frankenstein. Anche in questo caso, siamo davvero certi che sia il mostro redivivo a essere il vero cattivo della storia. O lo è piuttosto il dottore che lo ha creato, costringendo una creatura a tornare in vita in modo poco dignitoso, soprattutto indegno, solo per soddisfare le proprie brame?
Per quanto entrambi i libri descrivano dei “cattivi” davvero notevoli, in nessuno dei due casi si può puntare un dito accusatore, odiandoli, a prescindere da qualsiasi altra considerazione. Le attenuanti sono infinite e le giustificazioni, che istintivamente sorgono spontanee, portano i protagonisti a diventare essi stessi vittime di ciò che sono e del destino che non ha avuto alcuna pietà nei loro confronti. A tale proposito, si potrebbe citare anche Dracula, altra creatura sfortunata, oppure la balena bianca, Moby Dick, perseguitata da un feroce Achab. Dunque, come abbiamo visto, non è assolutamente necessario che la parte maligna sia interpretata da un essere umano, la maggior parte delle storie ha come protagonista un mostro, una creatura, persino un alieno. Anche se, ed è la tendenza moderna, più il cattivo si avvicina all’uomo e più diventa reale, nonché credibile e, quindi, più terrificante.
Ma cosa trasforma un personaggio qualunque in uno veramente cattivo?
Potremmo dire la crudeltà, l’egoismo, l’indifferenza e il mancato rispetto verso la vita umana, eppure sarebbe ancora riduttivo. La follia del mostro deve poter trovare una giustificazione, deve poter toccare le corde della comprensione e, nonostante questo, disilludere qualsiasi proposito di redenzione. Il cattivo deve scegliere di esserlo e deve farlo consapevolmente, con la stessa fredda determinazione con cui potrebbe decidere di andare dal barbiere oppure optare per un caffè, piuttosto che per un cappuccino, quando il barista gli chiede cosa vuole. Inoltre, affinché sia credibile, e non risulti essere solo un automa, privo di qualsiasi sentimento, deve anche poter vacillare, mettere in dubbio i propri propositi e immergersi nei propri meandri mentali per capire se la strada intrapresa sia quella giusta. Il cattivo deve essere ossessivo, avere un fine ben preciso, uno scopo che intende perseguire con ogni mezzo e a qualunque costo. La sua crudeltà non si determina dall’efferatezza dei suoi crimini, quanto dalla giustificazione che da agli stessi, dagli alibi che la sua mente crea per non dover sottostare alle leggi umane. Nella sua mente tutto deve essere logico, chiaro, ovvio. Ciò che per gli altri è bianco, per lui deve essere nero e viceversa. Inoltre, sa perfettamente come mimetizzarsi in mezzo alle folle, come nascondere e distogliere l’attenzione degli altri da quelle che sono le sue manovre. Un cattivo può persino amare, ma il suo sentimento è sempre condito dalla pazzia e dal suo modo distorto di vedere la realtà. Tuttavia, non fatelo diventare semplicemente un pazzo schizofrenico; il cattivo è lucido, persino più ragionevole di quanto possa esserlo un uomo “normale”. Da Norman Bates ad Hannibal Lecter, la lista è lunga e rappresenta varia disumanità che rende molto bene l’idea.