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Il Cavolo Verza di Montaltodora

Da Lauradepalma
 
  LA STORIA Informazioni e immagini tratte da: http://www.distrettoeporediese.it
I primi dati riguardanti la produzione e le caratteristiche del Cavolo Verza di Montalto Dora si trovano in uno studio di Chiej-Gamacchio, “Coltivazioni industriali e di gran reddito della Provincia di Torino”, Federazione Italiana dei Consorzi Agrari, Piacenza 1928. Sino ai primi anni '50, ma soprattutto prima della seconda guerra mondiale, l'economia prevalentemente agricola di Montalto Dora viveva in larga misura sulla produzione del cavolo verza. Da novembre a febbraio, oltre 400 quintali alla settimana, affluivano sui mercati di Ivrea, Biella e Borgo d'Ale. Commercianti di ortofrutticoli arrivavano anche dalla Lombardia per acquistare e spesso esportare in Svizzera questo ortaggio cosi prezioso. In seguito, il crescente sviluppo dell'industria, con il progressivo assorbimento della manodopera giovanile canavesana contribuì, insieme a problemi di mercato, al quasi abbandono di questa coltivazione. In questi ultimi anni, si è iniziato un percorso di valorizzazione e rilancio di questa coltivazione tipica e di qualità attraverso la Sagra del Cavolo Verza grazie alla quale stiamo assistendo ad un'inversione di tendenza che ha portato in poco tempo alla nascita dell'Associazione Produttori del Cavolo Verza e ad una produzione attuale di 80 mila piante.
DESCRIZIONE Questo cavolo ha la caratteristica di avere le foglie ricciute, formanti delle teste subrotonde, resistenti e, tuttavia, tenere e dotate di un sapore gradevole.
Tali peculiarità organolettiche sono dovute alle caratteristiche della parte pianeggiante del territorio di Montalto Dora, costituita, per la gran parte, da terreni sciolti e freschi che favoriscono la produzione di una varietà riconosciuta botanicamentecome "sabauda" e nota per l'eccellenza di qualità e sapore: indispensabile per la zuppa 'd pan e còj, ottima per raccogliere la bagna càuda direttamente da fornellini di terracotta, perfetta per avvolgere l'impasto del caponèt canavesani.

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