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Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Da Pin@ @LaCorteseIrr

Pubblicato su Letteratura al Femminile: Link

Nessuno ci sapeva stregare meglio di mio nonno materno quando, seduto sulla panchina di legno e chino sul bastone, raccontava le sue storie masticando tabacco. <<Ma…è vero, nonno?>> chiedevamo stupiti noi nipoti. <<Quelli che dicono soltanto la verità non sono degli di essere ascoltati,>> rispondeva il nonno. (Jonas Jonasson)

Si suol dire che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina ma, ahimè, è una cosa che spesso dimentico. Nonostante mi sia sempre ripromessa di non ripetere questo errore, pecco di testardaggine e numerose volte ho comprato volumi dalle copertine accattivanti le quali, in realtà, nascondevano subdolamente delle piccole “corazzate Potemkin”.

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di Jonas Jonasson, edito nel 2009, è uno di quei libri al quale, senza averlo letto e considerando solo la copertina, darei una stella e mezza sentendomi buona e magnanima. Per mesi mi ha guardato dal suo scaffale speranzoso di essere comprato e letto; Ma quel vecchietto con indosso un costume rosa da maiale e un candelotto di dinamite ficcato in una tasca, proprio non mi convinceva. Più lo osservavo da lontano e più pensavo fosse un libro di bassa categoria, tipo quelli che solitamente si affiancano ad un Novella 2000  in un salone di bellezza.

Copertina

Copertina

Ebbene, mi sbagliavo!

Il vecchietto con il suo orrendo costume rosa alla fine si è ritrovato nella mia libreria, dono di un’amica. Ho iniziato a sfogliarlo distrattamente, leggere qualche pagina a caso e non ho potuto far a meno di lui.

La storia inizia con quella che sembra una fuga di breve durata di un vecchietto, Allan Karlsson, dalla casa di riposo in cui vive, nel giorno del suo centesimo compleanno. Allan non ha in mente una destinazione, si reca alla stazione dei pullman e dopo aver rubato una valigia dal misterioso contenuto, parte. Il viaggio e il furto rappresenteranno l’inizio di un’esilarante avventura fatta di equivoci, strani incontri e nuove assurde amicizie.

Il racconto è ambientato nei giorni nostri ed è costellato da tantissimi flash back che ci faranno conoscere la vita passata di questo strano signore e delle sue particolari amicizie, nate grazie alla sua innata capacità di fabbricare esplosivi di vario genere.  Le vicende raccontate sono al limite del surreale, ma fanno ridere di gusto in quanto dipingono un personaggio che affronta la vita con leggerezza e con un sorriso, uscendo sempre illeso da situazioni che spesso appaiono insormontabili.

La storia di Jonasson stupisce e diverte; sembra uscita dalle mani di Samuel Beckett, ci si aspetta infatti che fra personaggi di rilevante importanza storica, compaiano improvvisamente Vladimiroed Estragone alla ricerca disperata di Godot e, fidatevi, non ci stupiremmo se scoprissimo che quest’ultimo è un caro amico di infanzia di Allan.

Vladimiro ed Estragone

Vladimiro ed Estragone

Il testo è ben scritto, scorre velocemente e non si dilunga in inutili particolari.  I vari personaggi sono così ben caratterizzati da sembrare quasi di conoscerli personalmente. Persino i grandi della storia, con le loro debolezze e umanità, strappano un sorriso.

Insomma, se volete sapere cosa si provi a cenare con Stalin, come si faccia a scappare da un gulag con il fratello di Einstein o cosa significhi avere amico Truman, non dovete far altro che dare una possibilità al vecchietto con il costume rosa e leggere le sue esilaranti avventure. E per chi l’avesse già fatto, segnalo il film omonimo.

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