Il Comune di Cremona ha ancora uno statuto e il presidente della commissione cultura Zani è ancora in carica. O forse no. Il Comune non c’è più. Si è perso nella nebbia, il sindaco e gli assessori si sono smarriti nel labirito dei programmi grafici con cui i redattori del giornale degli agricoltori cucinano il rancio. Bisogna leggere il giornale, non consultare gli atti del Comune. Chi è stato eletto dai cittadini, come i consiglieri comunali di maggioranza e delle opposizioni, non conta più nulla.
Si decide là dove i cittadini non contano nulla: bisogna pagare quell’euro e 20 centesimi, oppure 0,79 eurocent, non consultare albo pretorio e assistere, per i cittadini, o partecipare, per i consiglieri, agli organi del Comune.
Orario dei musei ridotto per risparmiare. Nessuno ha potuto dir nulla nelle sedi istituzionali, quelle che vivono, che sono aperte e teoricamente funzionano perché c’è ancora qualcuno che paga le tasse, persino a Cremona. Coloro che sono pagati dai cittadini, quelli coscienziosi che pagano le tasse, fanno pagare ai cittadini medesimi informazioni che dovrebbero essere gratuite, dovute, partecipate, discusse pubblicamente. Di questo piano ammazza-musei non si è potuto ragionare. La controproposta non si è potuta fare.
Democrazia sequestrata e inesistente, menti annebbiate dal potere. Lobby clerico-agraria d’acciaio che imperversa negando la partecipazione, la democrazia.
“Verrebbe voglia di dimettersi dal consiglio comunale – commenta Daniele Bonali – avevamo chiesto al presidente della commissione cultura di mettere all’ordine del giorno anche la discussione sui musei. Invece abbiamo appreso la notizia dal giornale”.
Dimettersi dal consiglio comunale: ha senso un Comune che funziona così? Che beneficio dà alla città, oltre alle tasse che aumentano continuamente?
L’assessore De Bona forse si dimette, forse no, comunque è stata messa dal centrodestra in una posizione assurda. Un assessore alla cultura deve poter lavorare come tale. La questione coinvolge l’assessore, ma solo in parte. E’ il sistema del centrodestra che produce un danno dopo l’altro alle procedure della democrazia.
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