Il cervo nobile

Creato il 11 aprile 2014 da Whitefang
Il cervo rosso ( Cervus elaphus), chiamato anche cervo nobile, è il più grosso erbivoro selvatico esistente sulle Alpi e non solo: con il suo peso massimo che, negli esemplari maschi, può raggiungere i 200 kg, è anche il più grande erbivoro che popola le foreste europee. La caratteristica più appariscente di questa specie sono  i grandi palchi ramificati posseduti dai maschi. 
I palchi deicervidi fanno parte integrante del corpo dell'animale; sono costituiti da un osso ricoperto da un particolare tessuto vascolarizzato, chiamato velluto, che verso settembre si secca, provocando un fastidioso prurito nell'animale che inizia quindi a strofinare le corna su tronchi e rami fino a staccarlo completamente. Una volta liberato il palco dal velluto, il cervo si mostra nel pieno del suo splendore. I palchi sono indicativi delle condizioni fisiche dell'individuo: migliori saranno le condizioni fisiche del cervo maschio, più grandi saranno le sue corna. Questo perché, a differenza delle corna dei bovidi, nei cervi i palchi seguono un ciclo continuo di caduta e ricrescita, che richiede ogni inverno uno sforzo enorme, in termini di energie paragonabile alla gestazione e al parto delle femmine. È così che la natura affida soltanto ai maschi più forti e sani la riproduzione. 
La stagione degli amori sconvolge la vita dei branchi di cervi, tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno; i maschi smettono quasi di nutrirsi, per occupare le radure all'interno dei boschi e radunare attorno a sé un harem composto dalle femmine in età riproduttiva. È la stagione del bramito: una sorta di muggito rauco e profondo che lacera il silenzio della notte.Il bramito che i cervi emettono durante la stagione degli amori è una manifestazione di forza. Lo scopo del bramito è quello di intimorire gli altri maschi presenti nella zona e assicurarsi così il diritto all'accoppiamento con le femmine del branco. Quando due maschi si equivalgono in questa prova sonora, allora può capitare che passino allo scontro fisico, per stabilire chi è il maschio dominante. I contendenti si impegnano in veri e propri combattimenti a colpi di corna, che non servono a ferire l'avversario, ma soltanto a dimostrare la propria forza. Tali battaglie sono quasi sempre incruente, il maschio sconfitto generalmente abbandona il territorio.
Terminata la stagione degli amori, i palchi cadono, i maschi riprendono le loro normali attività e le femmine si riuniscono di nuovo ai loro gruppi famigliari, contenenti anche i giovani maschi. Tra le femmine esiste una gerarchia molto solida e fissa. I maschi all’interno di gruppi femminili sono tollerati, ma non hanno alcuna funzione. Di solito è la femmina con il piccolo che si prende la cura di guidare la fuga in una direzione piuttosto che in un’altra. La gravidanza dura 260 giorni e, di norma, a ogni parto nasce un solo cerbiatto, ma possono verificarsi parti gemellari (rari).I cerbiatti nascono tra maggio e giugno, in tempo per approfittare della buona stagione, quando il cibo a disposizione è più abbondante e nutriente.
Il cervo, nonostante la sua mole, ha movenze leggere ed eleganti, è veloce sia nel trotto che nel galoppo ed è agile nei salti, che possono raggiungere i 2 metri di altezza.Vive di preferenza nei boschi di latifoglie o misti, alternati a vaste radure e pascoli, ma si trova anche nelle foreste di conifere, spingendosi talvolta anche sui pascoli più elevati, nelle boscaglie ripariali dei corsi d'acqua e, in Sardegna, nella tipica macchia mediterranea.   
I cervi hanno abitudini crepuscolari e la ricerca del cibo viene effettuata di solito nelle ore notturne. Rigorosamente erbivoro, ha però una discreta capacità di adattamento: in primavera gli animali divorano le erbe fresche e tenere, i germogli, le foglie novelle e i ramoscelli. Durante l'estate preferiscono il grano maturo, l'avena, le carote e i frutti selvatici. D'inverno, quando il terreno si ricopre di una coltre di neve, il suolo non produce più erba, e i rami non danno più foglie, i cervi si accontentano delle cortecce, degli arbusti secchi e delle radici scavate faticosamente a colpi di zoccolo. In questa difficile stagione i cervi si spostano verso i fondovalle.Gran parte dei cervi mostra infatti un comportamento di tipo migratorio che può avvenire in modo verticale o dal fondo verso l’imbocco di una valle. 
Se la vita dei cervi vi appassiona, leggete "Il canto del cervo", un romanzo animalista in cui la vita della protagonista si intreccia con la vita di Elaphus, un maestoso esemplare di cervo maschio, sullo sfondo della Val di Susa.

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