C’è chi da bambino collezionava macchinine, biglie, figurine. Lui collezionava saponi. Profumati, colorati, buoni. E quella curiosità per il sapone si è trasformata presto in un mestiere, affiancato dalla passione per tutto ciò che è naturale, ecologico, a chilometro zero. Luigi Panaroni, 33enne laureato in Scienze e Tecnologie dei Materiali, ha così creato, insieme a Lucia Genangeli, 28 anni e laureata in Comunicazione e sua compagna di vita, La Saponaria, laboratorio di saponi artigianali, nel cuore di Fano.
Luigi, come sei passato dalla laurea in Scienze e Tecnologie dei Materiali al laboratorio di saponi?
«Dopo la laurea, che è a metà tra Chimica e Fisica, ho lavorato come progettista per impianti fotovoltaici. Intanto in casa insieme a Lucia abbiamo iniziato a produrre il sapone per noi, poi da regalare agli amici, e ci è piaciuto così tanto che abbiamo voluto osare aprire un laboratorio, 7 anni fa, e trasformarlo nel nostro lavoro a tutti gli effetti. Adesso due persone mi aiutano in laboratorio, mentre Lucia, che si occupa di comunicazione, sito e blog, lavora insieme a un’altra ragazza del nostro team».
Quali difficoltà avete incontrato?
«Tantissime, perché quello della cosmetica è un settore zeppo di normative severe, ancor più di quelle del settore alimentare. Occorrono autorizzazioni sanitarie per i locali, i controlli delle materie prime in ingresso, quelle sui prodotti, oltre alla presenza di un direttore tecnico che certifichi la produzione».
Ma a fare i saponi come avete imparato?
«Le basi di chimica apprese durante l’università sono state fondamentali, la mia formazione è stata indispensabile per avviare questa attività. Poi l’esperienza ha fatto il resto e ora produciamo da noi saponi, creme corpo, shampoo, bagnischiuma. Inoltre ci aggiorniamo costantemente con corsi, seminari, incontri: questo settore è sempre in evoluzione e va seguito».
Qual è la vostra filosofia?
«Il rispetto per sé e per la natura: questo cerchiamo, nulla di complicato. Con i nostri prodotti e i corsi di saponificazione che organizziamo vogliamo anche trasmettere il vivere secondo natura. Oggi ci siamo dimenticati dell’origine del sapone, erroneamente pensiamo “che le saponette nascano al supermercato”, ignoriamo che anche i saponi industriali con la scritta Made in Italy in realtà sono fatti in Indonesia da trucioli di olio di palma, ricompattati, profumati e rivenduti in Italia. Noi, per i nostri saponi, usiamo sempre come base principale l’olio extravergine d’oliva, che garantisce maggiore qualità».
Non ti manca nulla del tuo lavoro precedente?
«Mi affascinava il lato tecnico, e poi era più semplice la vita del dipendente: lavoro certo, stipendio sicuro, fisso. Ora, da imprenditore, non si smette mai di lavorare. Durante il giorno sono in laboratorio, la sera spesso ai Gas (Gruppi d’Acquisto Solidale), nel week end teniamo corsi di saponificazione o seguiamo workshop di aggiornamento, partecipiamo a fiere… Insomma non si finisce mai, ma è la passione a guidarci».
La laurea ti sta tornando utile?
«Moltissimo. Senza, avrei potuto cogliere difficilmente certe sfumature. In azienda conduciamo ricerca interna e ciò viene dalla nostra mente e dalla voglia di sperimentare, ma se non avessi avuto una formazione tecnica tutto questo non sarebbe possibile. Il mio lavoro inoltre coniuga bene mani e testa…».
In che senso?
«Oltre a lavorare in laboratorio, lavoro molto anche al pc: curo i contatti con i clienti via mail, faccio ricerche, elaboro le giuste formulazioni con software e fogli Excel, studio molto su internet e sui manuali tutto ciò che serve per i nostri prodotti. Nel mio lavoro c’è una forte combinazione di mani e testa, di tecnologia e laboratorio, per dare vita a una creatura dall’inizio alla fine, in un ciclo completo. E questo sì che dà soddisfazione!».